L'iniziativa

giovedì 7 Novembre, 2024

«Ospitar», la Valle dei Laghi vuole recuperare 1800 seconde case sfitte

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La mappatura dei Comuni. «Rimettere sul mercato le abitazioni»

Con le sue 1800 seconde case non utilizzate o sottoutilizzate, la Valle dei Laghi è seduta sopra uno scrigno d’oro. Si tratta di un prezioso patrimonio immobiliare emerso a seguito della mappatura effettuata sui tre Comuni della valle dalla società Cbs (Community building solutions) nell’ambito del progetto di rigenerazione territoriale «Ospitar», presentato di fronte a una cinquantina di proprietari (e una trentina in collegamento da remoto) presso il teatro di Calavino, nei giorni scorsi.
Partito su istanza del Consorzio turistico Valle dei Laghi, con il sostegno nella fase preliminare di mappatura della Comunità della Valle dei Laghi e, nelle seguenti fasi, dell’Apt Garda Trentino, Ospitar ha lo scopo primario di «aprire le case», come spiegato da Anna Viganò di Cbs, quelle attualmente chiuse perché non fruibili o utilizzate dai proprietari solo pochi giorni l’anno, e, così facendo, aprire anche il territorio e la sua comunità in ottica di accoglienza diffusa. Un’accoglienza che, ci tengono a sottolineare sia Enrico Faes, presidente del Consorzio turistico, sia Luca Sommadossi, presidente della Comunità di Valle, non è necessariamente solo declinata al settore turistico, ma anche abitativo.
Il tesoro immobiliare della valle, infatti, se adeguatamente sfruttato, potrebbe rappresentare una risposta a due primari interessi: da una parte placare la fame abitativa che si sta abbattendo sul territorio a seguito della saturazione degli immobili residenziali nelle zone dell’Alto Garda e di Trento, i due poli a cui la Val dei Laghi fa suo malgrado da corridoio; dall’altra incentivare quello sviluppo turistico a cui la valle guarda da decenni e che ha sempre faticato a compiere, pur in chiave sostenibile ed esperienziale, «sfruttando ciò che c’è già e ciò che il territorio può offrire, nel modo meno impattante possibile», ha sottolineato Faes.
Da un paio d’anni il Consorzio turistico sta valutando diverse opportunità di sviluppo locale, tra cui l’albergo diffuso, chimera che da decenni aleggia sul territorio, che si è tuttavia dimostrato inadatto alle caratteristiche della valle.
Più aderente alle necessità del territorio si è quindi rivelato Ospitar che, dopo una prima fase di mappatura degli edifici disponibili, si propone infatti come riferimento per i proprietari di seconde case che vogliono mettere a disposizione il loro immobile con finalità turistiche o per locazioni temporanee.
La società affianca i proprietari nelle fasi di set up dell’immobile (un servizio il cui costo è coperto dal Consorzio turistico per i proprietari che aderiranno al progetto entro il 10 dicembre prossimo), valutando anche la necessità di effettuare interventi di sistemazione. In questo caso la Cassa Rurale Alto Garda-Rovereto si è resa disponibile a supportare l’iniziativa concedendo finanziamenti agevolati per l’adeguamento della casa. L’intermediario supporta inoltre il proprietario nella predisposizione della documentazione necessaria per l’attività e, se richiesto, nella gestione operativa delle case, anche grazie a partner locali individuati con l’aiuto delle amministrazioni. «Va sottolineato che l’immobile rimane in capo ai proprietari che continuano a utilizzarlo come prima, mettendolo a disposizione per l’affitto breve o turistico nei periodi in cui risulta libero o in cui vorranno aprirlo a terzi. In questo modo l’immobile è sempre messo a valore», ha spiegato Viganò.
«Il progetto vuole accompagnare i proprietari attraverso un percorso di apprendimento dell’ospitalità, non in un’ottica di turismo mordi e fuggi, ma di accoglienza», ha aggiunto Faes. L’obiettivo è quello di aprire una decina di case nei prossimi mesi per garantire una trentina di posti letto in più sul territorio. «Lavoriamo con numeri piccoli per non snaturare la realtà locale e permetterne la valorizzazione, anche attraverso partnership con realtà locali, cercando di portare gli ospiti il più possibile in contatto con la comunità», ha precisato Viganò, aggiungendo che «le case prendono strade diverse, non è raro che una volta sistemate, dopo un primo periodo, si arrivi alla locazione lunga del’immobile». «Avevamo necessità di capire quale fosse il patrimonio immobiliare in Valle dei Laghi al fine di compiere valutazioni in ambito sociale, abitativo, e anche turistico. Ospitar, oltre a proporre un’accoglienza a 360°, non limitata al settore turistico, ci aiuta a ragionare sull’utilizzo degli immobili a disposizione e cosa significa accogliere», ha sottolineato Sommadossi.
Fienili, piccole baite, appartamenti polverosi: le serrature della Valle dei Laghi si aprono quindi, per accogliere chi arriva con una borsa leggera e chi con i bauli pieni.