ECONOMIA
venerdì 15 Dicembre, 2023
di Tommaso di Giannantonio
Aumentare la dotazione dei parcheggi e, al tempo stesso, potenziare il sistema di bus nelle località turistiche. Secondo l’assessore provinciale al turismo Roberto Failoni è questa, «e solo questa», la strategia da perseguire per affrontare il sovraffollamento di visitatori in Trentino.
Nel Ponte dell’Immacolata l’afflusso di turisti ha rischiato di far collassare il sistema viabilistico di Campiglio. «Siamo stati a un passo dalla chiusura della strada a Carisolo – ha detto a il T il sindaco di Pinzolo, Michele Cereghini – Dalla Provincia servono soluzioni strutturali perché situazioni del genere si verificano in tutto il Trentino: pensiamo al Garda nei mesi caldi o al Mercatino di Trento». Secondo lei è un tema che va affrontato? Se sì, in che modo?
«È un tema che abbiamo già messo all’attenzione. La soluzione è solo una: mettere in campo dei sistemi di parcheggio e di mobilità alternativa».
Un piano straordinario di realizzazione di parcheggi?
«Sì, bisogna fare un grande accordo di sistema tra i territori e la Provincia per realizzare i parcheggi e potenziare la mobilità alternativa».
Quindi state pensando di fare una mappatura del fabbisogno di posti auto?
«L’obiettivo è fare questa mappatura entro un anno. Vorremmo replicare il lavoro fatto con gli alberghi dismessi».
Quali possono essere i canali di finanziamento?
«I costi sono elevati. Ci sono diverse ipotesi. In ogni zona bisogna fare un ragionamento di sistema con i Comuni, gli impianti a fune e tutti i soggetti interessati per fare in modo che i turisti continuino ad arrivare».
Tornando a Campiglio, se il sindaco dovesse decidere di chiudere la strada, la Provincia si opporrebbe?
«Se non ricordo male era già successo nel 1992: il sindaco era Eugenio Binelli e chiuse la strada per una situazione di traffico insostenibile a Carisolo. Non sarebbe un problema, ma la questione è riuscire a organizzare i flussi. A Campiglio ci sarebbe anche la possibilità di salire con gli impianti da Pinzolo».
La società Funivie Campiglio aveva pensato di fissare un tetto massimo di sciatori perché oltre una determinata soglia, 14 mila visitatori, diminuisce la soddisfazione dei clienti. La misura è stata poi posticipata alla prossima stagione in attesa di approfondimenti giuridici. Per lei è una misura ragionevole?
«È sicuramente un’ottima idea perché da una parte blocca i maggiori flussi e dall’altra può essere una strategia di marketing: se una persona sa che ci sono due giornate full può organizzarsi per andare in altre giornate o in altre località. È una strategia che condividiamo assolutamente».
Il raggiungimento di presenze record rappresenta ancora un valore oppure bisogna cambiare strategia?
«Il valore c’è sicuramente, ma siamo tutti impegnati, dove è possibile, nel cercare di spalmare i turisti in altri periodi dell’anno. È chiaro, però, che il mercato interno, quello italiano, ha alcuni periodi fissi».
I grandi numeri registrati nel Ponte dell’Immacolata rappresentano allora un valore?
«La questione è riuscire a gestire i flussi nel modo migliore».
Nell’ultimo rapporto sullo stato dell’ambiente dell’Appa alcune delle principali criticità riguardano proprio il turismo, in particolare tre aspetti: la densità di turisti in rapporto alla superficie territoriale (5.281 turisti per chilometro quadrato), in peggioramento negli ultimi quarant’anni; il traffico autostradale correlato al turismo, che negli ultimi anni è aumentato anche in relazione alla progressiva riduzione del numero medio di giornate di permanenza; la produzione di rifiuti nei territori a elevata incidenza turistica. Secondo lei sono questioni da affrontare?
«Sono questioni che vanno ragionate a 360 gradi con gli altri assessori di riferimento e anche con il vicino Alto Adige, per quanto riguarda l’autostrada del Brennero. Siamo tutti consapevoli di questa situazione».
L’impatto è, però, strettamente legato all’incremento delle presenze.
«E infatti noi da due anni stiamo focalizzando la nostra comunicazione sulle belle stagioni, primavera e autunno, e su alcuni periodi meno frequentati dell’estate e dell’inverno».
Quali sono le strategie da sviluppare nei prossimi cinque anni?
«Come detto, la prima strategia è quella di realizzare un piano di parcheggi e mobilità alternativa. E poi dobbiamo continuare ad alzare il più possibile la qualità delle località, su tre fronti: servizi, strutture e infrastrutture».