L'iniziativa
domenica 2 Giugno, 2024
di Gabriella Brugnara
Titoli che riflettono il desiderio di stupire e di accendere la curiosità, quali «Il codice invisibile. Storie di fanciulle, creature fantastiche e incantesimi»; «Fai fiorire la fontana del Mart»; «Ex cava Manica. Da cava a parco urbano»; «Visita alla fucina Cortiana». Ancora, «Dal Qbo alla Sfera. Tra Euclide e Coppi»; «Knappenfest – Esplorare le miniere con gusto»; «La chiesa e l’antico borgo fra devozioni longobarde, vita rurale e scultori seicenteschi».
In questa primavera piovosa, non smettono di sbocciare delle idee originali per promuovere e valorizzare lo sfaccettato patrimonio culturale della provincia di Trento. Un ricco itinerario che dalle «Giornate Fai» di marzo, al museo diffuso delle «Dimore storiche» svoltosi la scorsa domenica, approda ora a «Palazzi aperti – I Municipi del Trentino per i beni culturali», la manifestazione che si svolge nel presente e nel prossimo fine settimana (8-9 giugno).
54 Comuni (sui 166 presenti in Trentino) e 7 Comunità di Valle coinvolti, con 12 nuove adesioni dallo scorso anno: sono questi i numeri della ventesima edizione di «Palazzi aperti», la rassegna promossa e coordinata dal servizio Cultura, turismo e politiche giovanili del Comune di Trento. Interessante notare come, nello scorrere degli anni, insieme al crescente successo di pubblico, la stessa accezione di «palazzo aperto» sia venuta dilatandosi, fino a incorporare quella di territorio. Territorio inteso come patrimonio che racchiude un particolare interesse paesaggistico ed etno-antropologico. Un’offerta capillare che dalla città capoluogo, a raggiera si espande in tutte le direzioni.
Perché non iniziare allora da «Il codice invisibile. Storie di fanciulle, creature fantastiche e incantesimi – Un enigma da risolvere, un maleficio da spezzare», il format proposto dal Castello del Buonconsiglio. Uno spettacolo itinerante tra le sale più conosciute e i passaggi segreti del castello, alla ricerca di opere nascoste e storie misteriose.
Sono tre invece le proposte della Fondazione museo storico del Trentino, a partire dalla visita guidata a «Un piccolo tesoro dimenticato: la chiesa del Redentore», che si apre al pubblico dopo i recenti restauri. Progettata con forme eclettiche e preziosamente decorata all’interno, è un piccolo scrigno rimasto chiuso per molti anni. Si prosegue a Forte Cadine con «La Storia e le leggende del Bus de Vela» e si conclude al Museo Caproni con «Hangar aperti».
Tra musei, biblioteca e attività all’aperto, sono molteplici gli spunti tra cui scegliere a Rovereto. Si potrebbe partire con il percorso «Da fuori a dentro le mura», passeggiando tra il settecentesco giardino nel cuore dell’antico borgo di San Tomaso, per poi spostarsi ai piedi del castello. Interessante conoscere meglio anche il Giardino Perlasca, il primo giardino pubblico della città e della regione, realizzato nel secondo Ottocento secondo la «moda inglese». Una visita all’ex cava Manica permetterà poi di scoprire come la natura recuperi le aree abbandonate dall’uomo, mentre per gli appassionati di archivi, di arte e di storia è possibile visitare il laboratorio di stampa tipografica, l’architettura del Mart e il giardino delle sculture.
Il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro accoglie con «Dal Qbo alla Sfera. Tra Euclide e Coppi», riunendo in un titolo intrigante geometria, arte, sostenibilità e natura. Protagonista indiscusso della giornata sarà il treno, che per la prima volta in assoluto, accompagnerà i partecipanti tra Molina di Ledro e località Pur, con partenza dal Qbo, la struttura vetrata del museo con affaccio sul lago e arrivo a Ledro Land Art, dove il tema della sfera è ripreso più volte da molte delle opere presenti.
Rimanendo nella parte meridionale del Trentino, un po’ a volo d’uccello, menzioniamo diverse altre opportunità, che spaziano dai tesori di Palazzo Eccheli Baisi a Brentonico, all’Albergo alla Stazione di Calliano. Ancora, «Alla scoperta dell’Isera settecentesca», mentre ad Ala si può optare tra una visita al Museo del pianoforte antico, alla Fucina Cortiana, alla chiesa di San Pietro in Bosco e al centro storico.
Per chi ama unire arte e natura, le occasioni sono a decine, sparse sull’intero territorio. Da non perdere, ad esempio, «Fiavé e la sua storia», un percorso a piedi per scoprire la storia del paese, dalle palafitte ai giorni nostri: Museo delle palafitte di Fiavé, Chiesa di San Zeno, Chiesa di San Rocco, Palazzo Levri, sono questi i punti principali dell’itinerario.
In Val di Cembra, sullo sfondo delle Piramidi, si può conoscere «Segonzano lungo i millenni: la chiesa e l’antico borgo fra devozioni longobarde, vita rurale e scultori seicenteschi», mentre a Cembra «Palazzi aperti» diventa «Territori aperti», attraverso una splendida escursione di mezza giornata alla riscoperta delle bellezze naturali del territorio cembrano. Dal Rifugio Lago Santo si raggiungerà la Torbiera del Lagabrun, un biotopo particolarmente importante dal punto di vista scientifico e naturalistico per la fauna che ospita.
Non troppo lontano da qui, il «Romantico Giardino dei Ciucioi» di Lavis è un’ineludibile tappa di «Palazzi Aperti».
In Valsugana, segnaliamo la Chiesetta di Santa Zita presso il Passo Vezzena e il ciclo di affreschi dell’eremo di San Lorenzo in Armentera (partenza in val di Sella, a dieci minuti da Borgo Valsugana).
Concludiamo la nostra panoramica con il Piccolo Museo della Val dei Faori, uno dei siti espositivi dell’Ecomuseo del Vanoi, che propone un’apertura straordinaria con visita al nuovo allestimento,.
«Palazzi aperti» nel 2019 ha ricevuto il riconoscimento «Patrimoni viventi» da parte del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali.
Per orari, costi, disponibilità, tutti gli eventi di Palazzi Aperti sono consultabili al sito www.palazziaperti.it. Obbligatoria la prenotazione.