VANDALISMO
martedì 2 Gennaio, 2024
di Serena Torbole
Sfregiati gli affreschi cinquecenteschi di Palazzo Geremia. Una critta con vernice rossa è comparsa ieri mattina sulla ruota della Fortuna, simbolo della vanità. “Free palestine” recita la scritta comparsa sugli affreschi che abbelliscono la sede di rappresentanza del Comune di Trento in via Belenzani.
Un atto grave quello che si è verificato, ad opera di ignoti, sul palazzo sede oggi del Comune di Trento, che ospita degli importanti affreschi rinascimentali. L’edificio, del 1500, fu radicalmente ristrutturato nel 1883 ed è diventato di proprietà comunale dal 1912. Gli affreschi della facciata furono sottoposti a diverse campagne di restauro nel 1941, nel 1960 e nel 1973, l’ultimo dei quali, diretto dagli architetti Michelangelo Lupo e Massimo Deutsch, si è concluso nel 1993.
Tra le decorazioni pittoriche della facciata, vi sono gli stemmi delle famiglie che si sono susseguite nella proprietà del palazzo e una Ruota della Fortuna. Sopra di essa, diverse scene che rappresentano personaggi di spicco e avvenimenti simbolici. Sopra il portale d’ingresso poi, la Madonna col Bambino tra San Giovanni Battista e Sant’Antonio Abate.
La parte danneggiata dallo spray è la ruota della fortuna. Probabilmente ispirata da quella presente sul Duomo, dato che anch’essa gira in senso antiorario, è un simbolo molto antico i cui primi esempi di trovano in mosaici di Pompei. Nel medioevo la Fortuna era celebrata nei carmina Burana, in particolare Fortuna imperatrix mundi, che dal punto di vista simbolico rappresenta la vanità delle aspirazioni al potere e quindi sarebbe già per se stessa un simbolo contro i conflitti umani. Un paradosso dunque che un messaggio contro un conflitto danneggi un molto più antico monito sulla inutilità del conflitto e delle lotte di potere.
Immediato il commento del consigliere comunale Alberto Pattini, che da tempo si batte perché vengano ristrutturati gli affreschi proprio di Palazzo Geremia in via Belenzani e di Palazzo del Monte in via del Suffragio, dedicati all’incoronazione in Piazza Duomo dell’imperatore del Sacro Romano Impero, Massimiliano I. Gli affreschi di Palazzo del Monte, situati tra Via del Suffragio e Via San Marco, sono oggi di difficile lettura a causa del degrado che riproducono anche dieci delle dodici fatiche di Ercole.
Pattini, da poco subentrato in consiglio comunale a Trento, aveva presentato assieme ai consiglieri Tiziano Uez e Silvia Zanetti un ordine del giorno, approvato poi all’unanimità nell’ultima seduta del Consiglio comunale, per richiedere il restauro urgente delle due facciate.
Raggiunto telefonicamente, evidenzia la gravità del gesto: «È un atto di inciviltà questo, quello che è stato deturpato è un bene di valore non solo trentino, ma nazionale e anzi mitteleuropeo. E che di certo non fa bene alla Palestina». Dal momento che gli affreschi sono beni tutelati, il restauro andrà effettuato secondo le modalità previste dalla legge 1089 del 1939 e 2001.
Anche il sindaco Franco Ianeselli si è detto costernato. Un grave atto di civiltà, dunque, e che ancora una volta prende di mira il patrimonio artistico per mandare segnali. Ma se per gli atti di denuncia di stampo ambientalista, perlopiù vengono utilizzate vernici lavabili o comunque sono prese precauzioni per non danneggiare in maniera permanente i monumenti o le opere, qui si tratta invece di un vero e proprio atto di vandalismo, presumibilmente realizzato con della semplice vernice a spray.