sabato 14 Dicembre, 2024

Panarotta: l’appello di 23 associazioni per un turismo sostenibile e senza neve

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La proposta arriva dopo la mancata apertura per la stagione invernale: «No a infrastrutture invasive e alla produzione di neve programmata»

«La Panarotta non è morta: costruiamo un turismo alternativo e di comunità».

Questo l’appello lanciato da 23 associazioni e movimenti del territorio
dopo il tentativo fallito di aprire, anche solo parzialmente, il comprensorio della Panarotta per la stagione invernale in corso. Tra i promotori dell’iniziativa Extinction Rebellion Trentino, Circolo di Trento di Legambiente, ENPA del Trentino, Pan-EPPAA, LIPU sezione di Trento, LAV Trentino, Associazione per il WWF Trentino, Italia Nostra – sezione trentina, Mountain Wilderness e Rete Climatica Trentina. L’obiettivo è dunque quello di elaborare uno strumento partecipativo per ripensare il futuro della Panarotta nell’ottica di un turismo sostenibile e destagionalizzato, in grado di offrire soluzioni alternative al tradizionale sci alpino.
Anche Albert Ballardini, vice presidente di Trentino Sviluppo, ha affermato la necessità di «dare una nuova veste al turismo della Panarotta», con l’auspicio di tradurre queste parole in azioni concrete, investendo in un turismo alternativo e sostenibile, meno dipendente da infrastrutture invasive.
«Ribadiamo la nostra ferma opposizione a qualsiasi ipotesi di investimento pubblico per la costruzione di un bacino o di un vascone artificiale destinato alla produzione di neve programmata. In un contesto di cambiamento climatico, opere di questo tipo, che richiedono investimenti di milioni di euro, non garantiscono né la sostenibilità economica del comprensorio né la salvaguardia dell’ambiente, anzi ne causano danni significativi», hanno dichiarato i firmatari.
Un piano che non prevede necessariamente la chiusura completa del comprensorio, ma di «ripensarlo in modo più razionale e sostenibile. Si potrebbe, ad esempio, ridimensionare l’area sciistica adattandola alle esigenze di famiglie e principianti, con l’allestimento di campi scuola per l’apprendimento dello sci, utilizzando le infrastrutture già presenti», propongono le associazioni.
Una strada intrapresa già da molti comprensori alpini, che hanno avviato strategie per ridurre la loro dipendenza dalla neve, diversificando le attività offerte, ad esempio Sankt Corona am Wechsel in Austria e Piani di Artavaggio in Lombardia. Una strategia supportata anche da numerosi progetti europei come Beyond Snow e TranStat, dedicati alla transizione del turismo invernale.

«Tuttavia, la proposta di un turismo alternativo non può essere formulata da una singola società. La sua natura diversificata richiede il coinvolgimento di una molteplicità di attori locali: enti pubblici, APT, operatori del settore, SAT, associazioni sportive e culturali, guide e altre realtà del territorio. Per questo riteniamo fondamentale creare una rete collaborativa e organizzare tavoli di lavoro facilitati. Questi dovrebbero includere anche percorsi di formazione, con uno sguardo ai progetti realizzati in altri territori per ispirare soluzioni innovative. Invitiamo l’assessore al turismo della PAT, Roberto Failoni, Trentino Sviluppo e la Comunità Alta Valsugana e Bersntol a promuovere e facilitare un dialogo tra i soggetti interessati, creando uno strumento partecipativo che permetta di definire una visione condivisa per il futuro della Panarotta, valorizzandone le risorse naturali e culturali», concludono i promotori del progetto.