pasqua
venerdì 7 Aprile, 2023
di Elisa Egidio
Posso resistere a tutto, tranne che alla tentazione, diceva Oscar Wilde. A Pasqua, del resto, siamo tutti più golosi. Nel ricco pantheon dei dolci pasquali, tra colombe, coniglietti, e specialità locali, al primo posto c’è sempre lui: l’intramontabile uovo di cioccolato, simbolo per eccellenza di questa festività. Amato da grandi e piccini, non solo per la cioccolata, l’uovo di Pasqua è oggetto di un’arte sempre più certosina e raffinata. Indal e la Casa del Cioccolato, due eccellenze del settore dolciario di Trento, hanno svelato al T la ricetta segreta dell’uovo perfetto.
Oltre alla qualità della materia prima e alla tecnica di lavorazione, in gergo nota come “tempera”, a fare la differenza è sicuramente una sempre maggiore personalizzazione del prodotto. «Lavoriamo tanto su prenotazione e sulle sorprese personalizzate che ci delegano i clienti, che colgono l’occasione per fare qualcosa di speciale, anche cellulari» racconta Valentina Branciforti, titolare della Casa del cioccolato, attività che offre ogni anno un’ampia scelta di uova, fino a 250 grammi di peso, per un totale di circa 300 pezzi per ogni tipo. Spiccano in particolare quelle colorate, a tinta unita o decorate, realizzate con l’aerografo. Un’arma vincente contro la concorrenza dei marchi commerciali, più economici ma non sempre in grado di soddisfare tutti i palati.
«Non è un mercato così ampio, il prezzo cambia dal luogo del supermercato, dove di cioccolato ce n’è poco» e si propende più per la quantità e sull’effetto visivo della confezione. «Qui invece si punta sulla qualità del prodotto, per fare un regalo più mirato. Anche i bambini vogliono venire qua per il cioccolato, sembra incredibile, ma molti clienti vengono qua perché lo chiedono i bambini» ammette Valentina. Tra i limiti del prodotto artigianale, tuttavia, la difficoltà di vendita a lungo raggio: «A differenza delle colombe, non spediamo le uova fuori dal Trentino, perché con le spedizioni c’è grande cautela. Una cliente voleva spedirne uno a Milano, ma le abbiamo detto di no per un discorso di delicatezza. Lo sconsigliamo, perché anche noi ci teniamo che l’uovo arrivi sano e bello alla vista».
Qualità e creatività sono la cifra dell’uovo firmato Indal, storico negozio di Trento che, dal lontano ’67, nel suo laboratorio artigianale di via 24 Maggio, produce almeno 500 pezzi con il marchio Lab, ma non solo. «Per completare l’assortimento per i clienti abbiamo selezionato i marchi più prestigiosi nel mondo del cioccolato come Lindt, Caffarel, Venchi. Oltre alle uova produciamo anche un assortimento di articoli per ogni festività: il coniglietto, il pulcino, la pecorella, il pesciolino e la chioccia, il telefono per la festa del papà, oltre a quelli a tema natalizio» svela il titolare Matteo Rossi.
«I clienti ci chiedono di poter personalizzare l’uovo sia a livello di scrittura esterna, con la dedica, sia con la sorpresa». Le richieste più bizzarre? «Siamo arrivati a confezionare prodotti pregiati, addirittura un orologio, fino a una fotografia di coppia». Alla fantasia non ci sono dunque limiti, o quasi. «L’unica limitazione è la grandezza, perché la sorpresa deve stare dentro l’uovo, che può essere di tre tarature: 210 grammi, 390 grammi o mezzo chilo». Il prezzo varia in base alla quantità, perché «per una grammatura superiore serve più cioccolata, per fare i formati più grandi servirebbero i macchinari per tenere gli stampi». Con un’eccezione: «Con l’uovo-pizza, una colata di cioccolato a cui aggiungiamo una scritta e la frutta secca, nocciole, mandorle o pistacchi, sempre di forma ovale, ma piatta invece che tridimensionale, si arriva a grammature più elevate. Quest’anno ci è arrivata una richiesta di due chili.
Un’arte che richiede passione, pazienza e tanta sperimentazione. «Da 15 anni abbiamo un laboratorio e ogni anno sperimentiamo e modifichiamo. Fondamentale è la qualità della materia prima e delle temperatrici, che devono lavorare il cioccolato entro una temperatura molto precisa». A queste condizioni, sottolinea Rossi, «oltre ad essere buono, l’uovo risulta anche bello, perché c’è la parte del gusto e quella visiva». Particolarmente delicata la fase di scrittura a mano con la saccapoche, che, «a differenza della penna, non si può interrompere» ma bisogna fare tutto d’un fiato, «stando attenti sia a non sbavare sia a fare una scritta né troppo spessa né troppo sottile».
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