L'intervista
venerdì 24 Marzo, 2023
di Francesca Dalrì
Settant’anni compiuti ieri e una vita trascorsa in polizia. Prima a Napoli come responsabile dei «Falchi», i poliziotti della sezione speciale della squadra mobile, poi come comandante della sottosezione di polizia stradale a Trento, dove vive da dieci anni. Pasquale Borgomeo è l’uomo scelto dal commissario di Lona-Lases Alberto Francini per le elezioni comunali di maggio.
Borgomeo, com’è nata la sua candidatura a sindaco?
«Dal primo di aprile sarò in pensione. Il commissario era alla ricerca di una persona di fiducia e ho dato la mia disponibilità ad aiutare una cittadina in cui nessuno è intenzionato a candidarsi per paura».
Cosa può offrire una persona con il suo curriculum a Lona-Lases?
«L’obiettivo è permettere ai cittadini di recuperare fiducia. La situazione che si è creata (con il processo Perfido contro le infiltrazioni della ’ndrangheta, ndr) ha portato a incomprensioni e paure. Su quello che potremo fare in concreto non posso però esprimermi perché non so nemmeno io cosa si dovrà fare: prima devo andare lì e toccare con mano la situazione, poi potrò proporre i punti salienti del mio programma. Sono una persona che fa solo dopo aver guardato, letto e studiato: le chiacchiere le lascio ai bar».
Porterà avanti l’idea di una fusione tra Lona-Lases e altri Comuni cembrani?
«Quella della fusione è un’idea esternata dal commissario. Ciò su cui sicuramente mi premerebbe intervenire è l’assenza in tutta la Val di Cembra di un Corpo di vigili urbani. È grave perché in una comunità senza un ufficio di controllo la politica è lasciata a sé stessa».
Manca meno di un mese alla presentazione delle liste elettorali: chi farà parte della sua squadra?
«Prima dovrò andare a Lona-Lases e parlare con le persone, poi penseremo alla squadra».
Non teme che un candidato come lei venga percepito come calato dall’alto?
«Il messaggio che vogliamo dare è che, essendo io una persona che negli anni ha combattuto la criminalità organizzata, con me i cittadini saprebbero di avere un sindaco che non ha paura. Al contempo, però, voglio che sappiano che si potrebbero confrontare su tutto. Se sarò io a guidare il Comune di Lona-Lases, voglio che sia chiaro che non sarò un sindaco sceriffo, ma un sindaco disposto ad ascoltare tutte le anime del territorio e tutti i problemi».
Vista la sua esperienza con la camorra, che idea si è fatto della situazione a Lona-Lases?
«Di una comunità bellissima di persone che vogliono vivere la loro vita in tranquillità».
Non ritiene che si sia creato un clima di omertà?
«No, semmai di riscatto. In questo momento però i cittadini non hanno la forza di riscattarsi ed essendo persone tranquille che vivono in una comunità montana sono anche molto creduloni. Sicuramente la mia esperienza con la camorra mi permetterà di leggere determinati linguaggi e sguardi, che sono sempre gli stessi, al di là che si tratti di camorra o ’ndrangheta. Con l’esperienza è possibile individuare anche i cosiddetti colletti bianchi».
A proposito di colletti bianchi, non pensa che un ruolo decisivo in questa vicenda l’abbiano giocato gli amministratori locali e la commistione di interessi con la lobby del porfido?
«Su questo non mi esprimo perché non conosco la situazione a livello investigativo e processuale, se non per quello che ho letto come tutti sui giornali. Se sarò eletto studierò tutto ciò che c’è da sapere, comprese le carte del processo Perfido. Quello che è successo in passato è successo, questo non impedisce però un futuro che potrà essere roseo, improntato su trasparenza, onesta e legalità: io sono un uomo di legalità».