ELEZIONI PROVINCIALI 2023
venerdì 3 Marzo, 2023
di Francesco Barana
Non arretra di un millimetro, Fratelli d’Italia. Nessun cedimento a un Fugatti bis, nemmeno dopo l’accordo del presidente leghista con il Patt. «FdI rimane su Francesca Gerosa candidata presidente» chiosa Alessia Ambrosi, deputata meloniana, ma ex del Carroccio e fino a pochi mesi fa consigliera provinciale trentina. La quale, anzi, sebbene indicata tra i «pontieri» alla ricerca di una ritrovata unità del centrodestra trentino, gioca al rialzo, sfruttando la caduta dell’ultimo tabù: leggi l’apertura proprio del Patt verso un ingresso anche di FdI nella coalizione Fugatti. Ambrosi si spinge oltre la famosa massima sulla politica arte del possibile: «Quella del Patt nei nostri confronti è una novità importante – dice – Chiediamo loro adesso un altro pezzetto di percorso nel sostegno alla nostra candidata Gerosa, sarebbero i benvenuti».
Scusi, Ambrosi, lei azzarda. Gli autonomisti hanno appena ufficializzato l’appoggio a Fugatti…
«Sembrava impossibile anche che il Patt lasciasse cadere la pregiudiziale contro di noi. Far seguire cose che sembrano impossibili a cose che nel frattempo sono diventate possibili significa alzare l’asticella del livello politico e del coraggio che la politica richiede».
È vero che è caduto il veto del Patt su di voi, ma se sostenete Fugatti, non certo Gerosa…
«È molto probabile che la svolta del Patt si spieghi anche con la spinta dei loro elettori che non capivano più un ostracismo privo di senso verso Fratelli d’Italia. Diamo intanto al Patt tutto il tempo che serve. Lasciamo sedimentare questo importante cambiamento di linea politica, e puntiamo a una svolta piena col loro sostegno a Gerosa».
Rivendicate il ruolo di primo partito del centrodestra. L’assessore leghista Bisesti al T si è detto è disposto a ridiscutere i rapporti di forza, purché torniate su Fugatti.
«Il fatto che i rapporti di forza vadano riscritti integralmente credo sia di evidenza solare. Bisesti è il solo a dirlo chiaramente e lo ringrazio. In realtà anche molti altri leghisti, informalmente, appaiono assai più concilianti rispetto alla linea ufficiale».
Lei passa per una dei «pontieri» di un accordo con il suo ex partito. Mentre il vostro commissario Urzì sembra più intransigente. È così?
«C’è la sostanza delle cose e poi le sfumature, ma in politica è la sostanza che conta. Abbiamo discusso al nostro interno sui toni più adeguati da adottare, ma mai lontanamente si è palesata una linea diversa. Siamo tutte e tutti uniti nel sostegno alla candidatura Gerosa proposta meritoriamente da Urzì. Io pontiere? L’elettorato di centrodestra ci insegna a essere uniti. Se ci sono contrasti, perciò, vanno affrontati nelle sedi competenti, ma senza litigare come fossimo nemici. Io non mi sento nemica dei leghisti, ma amica della gente che ci chiede di stare insieme».
Eppure con la Lega si è lasciata male e tra lei e Fugatti, non è un mistero, non corre politicamente buon sangue…
«Le simpatie o le antipatie, in una visione matura della politica, mai dovrebbero incidere sui rapporti tra alleati. Sulle cose che ho dovuto subire all’uscita dalla Lega perché non volevo più stare in un partito che governava assieme a Pd e i grillini ho parlato al tempo e non ne parlo più. Il vittimismo non serve, serve la coscienza delle scelte che deve essere limpida. Gli insulti ricevuti sono acqua passata e non serbo rancore».
Al di là dei politicismi, come giudica l’azione amministrativa di Fugatti?
«Nell’intero impianto, positivamente. Mi pare però si siano evidenziati problemi su sanità e autonomia energetica. C’è la diffusa sensazione, sul territorio, di arretramento in campo sanitario, scelte sul Covid non pienamente soddisfacenti, tempi di attesa troppo lunghi, problemi sui piccoli ospedali, e questo non è accettabile in una terra comunque ricchissima di risorse come la nostra».
E sull’autonomia energetica?
«C’è stata una mortificazione della realtà produttiva trentina, un atteggiamento di puntiglio e permalosità nella sfida al governo nazionale. Si sono al riguardo persi vari ricorsi, immagine che non fa bene al Trentino».
Da donna di destra cosa pensa della nuova segretaria del Pd Elly Schlein? La Meloni le ha riconosciuto il ruolo di leader dell’opposizione.
«Ho scritto al riguardo un post pienamente in sintonia con la presidente Meloni. Non capisco perché il dissenso politico debba portare cattiverie e maleducazione, o anche solo aggressività. Considero positivo che una giovane donna sia stata eletta a capo di un importante partito politico. La vera domanda è: ha ancora futuro il Pd? Io credo di no, ma se ancora mezza possibilità ce l’ha, è più possibile che ce l’abbia con la Schlein piuttosto che con il continuismo un po’ grigio di Bonaccini. Ciò detto, li batteremo presto alle varie amministrative e in Trentino».