Il caso

giovedì 25 Gennaio, 2024

Patt, i consiglieri provinciali minacciano la «scissione». «Esclusi dal partito, si cambi o andiamo nel Misto»

di

Si chiede di rivedere la norma che impone 12 mesi di iscrizione per ambire al vertice

La riunione della giunta del partito, convocata martedì sera e alla quale hanno partecipato anche i consiglieri provinciali eletti, ha cercato la tregua. C’è l’impegno a «trovare una soluzione». Ma l’ultimatum è stato dato: «O si deroga alle norme statutarie oppure ce ne andiamo tutti e tre nel gruppo Misto». E addio al gruppo delle Stelle Alpine di Mario Tonina, Walter Kaswalder e Maria Bosin provocherebbe una situazione paradossale: il segretario del Patt Simone Marchiori in giunta senza alcun rappresentante politico in Consiglio.
Questo sarebbe lo scenario peggiore, che difficilmente si potrà verificare. I tre eletti hanno un peso specifico non indifferente, tengono loro il coltello dalla parte del manico. Si è dunque aperta la mediazione, che però non è semplice. Chiedono infatti la modifica dell’articolo 7 dello statuto del partito, che recita così: «Per l’esercizio dell’elettorato passivo alle cariche provinciali del Partito di Presidente, Vicepresidente, Segretario politico e Vicesegretario politico l’iscritto deve avere maturato un’anzianità di iscrizione di almeno 12 mesi senza interruzione negli ultimi 2 anni». I tre, quindi, non potrebbero ambire al vertice autonomista, e come loro nessuno che non abbia in tasca la tessera da almeno un anno.
Per cambiare la norma statutaria serve però un congresso, che nel caso dovrà introdurre una deroga e permettere ai nuovi tesserati — provenienti da Progetto Trentino e da Autonomisti popolari — di presentarsi come candidati ai ruoli apicali del partito.
Ma c’è un altro articolo nel mirino di alcuni, quello che definisce le incompatibilità del segretario politico. Questa la norma: «I rappresentanti del Partito all’interno della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, del Parlamento Europeo, nonché del Consiglio regionale della Regione Trentino–Alto Adige/Südtirol che ricoprano incarichi istituzionali nei Governi europeo, nazionale, regionale, provinciale e nei rispettivi organismi legislativi per il periodo del mandato politico–amministrativo non possono assumere l’incarico di Segretario politico». Una interpretazione estensiva metterebbe a rischio il mandato dell’attuale segretario Simone Marchiori, impedendogli in ogni caso una ricandidatura. Ma nel Patt sembra si siano già mossi per promuoverne un’interpretazione letterale: la norma prevede l’incompatibilità con il ruolo di segretario politico di chi è eletto in un’assemblea legislativa e che al contempo governi. Marchiori non è stato eletto. Questa la scappatoia. Che qualcuno potrebbe però contestare.
L’intesa è comunque vicina. Sembra che martedì sia stata data rassicurazione ai tre consiglieri che «il problema è stato posto» e che la strada sia quella di un congresso straordinario convocato ad hoc per la modifica dell’articolo 7. Nessuno ha parlato dell’articolo 28, quello dell’incompatibilità del segretario-assessore.
I tempi? Lunghi, perché se sembrava che tutto si concludesse in primavera, con il congresso vero e proprio di unificazione degli autonomisti e dei popolari, con lo scioglimento nelle Stelle Alpine di Autonomisti popolari e Progetto Trentino, si andrà ormai al prossimo autunno.