politica
mercoledì 26 Marzo, 2025
Per i consiglieri provinciali scatta l’indicizzazione: a marzo busta paga da 17mila euro (netti)
di Donatello Baldo
È successo ieri ai consiglieri provinciali, che hanno percepito, oltre all’indennità, gli arretrati degli anni 2022 e 2023. E arriveranno gli arretrati del 2024

Trovarsi 17mila euro netti in busta paga non è male. È successo ieri ai consiglieri provinciali, che hanno percepito, oltre all’indennità, gli arretrati degli anni 2022 e 2023. E arriveranno gli arretrati del 2024, grazie alla legge che ha legato l’indicizzazione all’aumento dei dipendenti della Regione, che è stata definita in un accordo siglato nel dicembre dello scorso anno.
L’accordo
Il 2 dicembre scorso è stato siglato l’accordo stralcio per il rinnovo del contratto 2022-2024 dei dipendenti dell’area dirigenziale e non dirigenziale della Regione. La Cgil e un’altra sigla sindacale non hanno firmato perché chiedevano di coprire l’inflazione del 17%. L’accordo, invece, prevede un aumento salariale di circa il 10,5%. Le risorse per il rinnovo arrivano a 7 milioni di euro. All’accordo si lega anche l’indennità dei consiglieri, con un aumento automatico, che è stato riconosciuto a partire dallo scorso gennaio a ogni eletto: si tratta di circa 850mila euro in più a carico delle casse pubbliche.
Arretrati
La busta paga di un consigliere si compone, come detto, di 700 euro di rimborso spese (esentasse), oltre ai 9.800 euro lordi di indennità consiliare, all’indicizzazione Istat di 656 euro lordi e all’adeguamento Istat delle spese di mandato di 1.117,71. Per un totale, ogni mese, di 12.263,64 lordi. Oltre a questo, nella busta paga di marzo, ci sono appunto gli arretrati: per il 2022, lordi, arrivano a 6.894,36 euro. Per il 2023, lordi, a 12.221,76. Il totale di questa generosa una-tantum è di 19.116,12. Non male, appunto.
La nuova legge
Come detto, gli arretrati si riferiscono all’accordo sul contratto dei dipendenti della Regione, a cui fanno riferimento i consiglieri provinciali, firmato nel dicembre scorso. Accordo che riconosce un aumento del 10.5% dell’indennità, quei 1.117 euro di cui sopra. Prima era diverso: lo stipendio dei consiglieri veniva adeguato in base al ben più generoso indice Istat. La riforma delle indennità provocò una discussione accesa lo scorso anno. La Svp proponeva un aumento del 13%, ma trovò l’opposizione di una parte della stessa maggioranza. Alla fine, con un emendamento della Lega a firma di Mirko Bisesti, si decise di agganciare la rivalutazione delle indennità al contratto dei circa 650 dipendenti della Regione. Cioè il meccanismo attuale. Le opposizioni, invece, avevano proposto di equiparare l’adeguamento a quello di tutti i lavoratori pubblici o privati. Filippo Degasperi (Onda) aveva chiesto di abolire in toto l’indicizzazione delle indennità.