LA POLEMICA
domenica 14 Luglio, 2024
di Johnny Gretter
Se Venezia è per eccellenza la «città che muore», per molti cittadini lo stesso si potrebbe dire di Pergine. Specialmente i negozianti, nel corso degli anni, hanno visto il centro storico svuotarsi sempre di più: i passanti sono pochi, gli eventi scarsi durante buona parte dell’anno. C’è come un adagio, ripetuto ossessivamente da molti abitanti: «Pergine è una città dormitorio». Nel frattempo, le imprese iniziano a chiudere, oppure pensano di spostarsi. Ormai da un mese, il bar della stazione ha chiuso i battenti, mentre il bar Alba della centrale piazza Gavazzi programma di cessare la sua attività a dicembre. Nei giorni scorsi, dopo 25 anni, ha chiuso anche il Mille500£ Shop di via Crivelli: l’affitto era diventato insostenibile. In generale, i clienti sono sempre meno per la carenza di parcheggi e per via dei lavori del Pnrr, che hanno reso difficile spostarsi per il centro storico. Per i negozi che faticosamente riescono a sopravvivere, far fronte alle spese è una lotta quotidiana. Scontenti, i loro titolari raccontano le difficoltà affrontate negli ultimi mesi.
«Abbiamo perso 10 mila euro»
Spiaz delle Oche, nel cuore di Pergine, dal 15 aprile è diventato irriconoscibile. Per diverse settimane, infatti, è stata interessata da una serie di importanti lavori legati al Pnrr: la pavimentazione della piazza è stata interamente rifatta, i parcheggi limitrofi tolti. Una serie di lavori che ha danneggiando in modo significativo la tabaccheria gestita da Lorenza Gianesini. «La situazione è disastrosa, se non tragica», racconta con tristezza la titolare. «Per noi i parcheggi qui in Spiaz delle Oche erano fondamentali: adesso sono stati rimossi e gli unici rimasti sono quelli dietro alla chiesetta di san Rocco, che sono sempre occupati. Il danno economico è stato enorme: rispetto a maggio dell’anno scorso abbiamo perso almeno 10 mila euro».
Spostandosi verso via Cesare Battisti, davanti alla farmacia Bottura, c’è invece l’edicola di Thomas Varotto. Lì i lavori sono andati avanti per alcuni mesi, e si sono conclusi da un paio di settimane. «Dopo la fine dei lavori stiamo ripartendo come prima», spiega Varotto. «I disagi durante i lavori ci sono stati, ma è stato solo un problema temporaneo. È impossibile però tornare al volume di vendite che avevamo prima del Covid. La gente semplicemente spende meno per via dell’inflazione. Tanti credono di lavorare poco solo per la mancanza di parcheggi: secondo me però non è solo quello il motivo».
Bar in difficoltà nel centro
Come già accennato, a Pergine la vita non è semplice per i bar. «Un mese fa il bar Minuetto qui all’intermodale ha chiuso in modo permanente», racconta Valter Brunel, titolare dell’edicola della stazione. «Il locale è di Trentino Trasporti, quindi credo che rimetterà in vendita la licenza. La mancanza del Minuetto si sente molto: ci sono diversi clienti che mi chiedono che fine abbia fatto». Nemmeno un’attività che si trova in una zona piena di passaggi come la stazione riesce a mantenersi.
Spostandosi verso il centro la situazione non migliora. «Il centro storico è morto già da tempo», racconta Martina Bogatec, che assieme alla madre gestisce il Bar Bianco in via Roma, anche questa rifatta a nuovo grazie ai finanziamenti del Pnrr. «Piuttosto che venire incontro ai negozianti i proprietari li sfrattano. È inutile rifare le piazze e le strade a nuovo se poi non ci sono persone e parcheggi».
Si aggiunge il fatto che dall’anno scorso alcuni grandi eventi come le Feste Medievali sono stati spostati fuori dal centro, al parco Tre Castagni. «Nel 2022 quando c’erano le Feste Medievali eravamo in sei a lavorare per tutta la sera», proseguono le titolari. «Adesso riusciamo a fare molte vendite solo quando c’è la baby dance, il lunedì sera. Sarebbe utile fare altri eventi simili durante l’estate, come dei «prova lo sport» oppure dei laboratori di disegno. Ormai siamo costrette a ridurre di molto l’orario di apertura e anche l’estate chiudiamo verso le 22».
Sull’angolo tra via Volpare e via Chimelli, la situazione è simile anche per il bar «La Betola», che ha dovuto ridurre l’orario di apertura e il numero dei dipendenti per poter far fronte alle spese. «Via Chimelli è stata chiusa per sei mesi e adesso i lavori si sono spostati in via Volpare», spiega la titolare Martina Fruet. «Riusciamo a malapena a pagare le spese: il sindaco dovrebbe venirci incontro. Finché possibile resteremo aperti, anche perché è molto difficile vendere il locale. Forse potrebbe essere una soluzione creare un servizio di pulmino o di taxi verso le frazioni, in modo da ridurre il problema dei parcheggi».
I danni del centro commerciale
Da un paio di settimane, anche in via Tre Novembre sono iniziati i primi lavori di riqualificazione. Degli interventi che, per fortuna, non sembrano aver danneggiato le vendite della Cartolibreria il Quadrifoglio. Almeno, non quanto la concorrenza del centro commerciale di Pergine. «I lavori vanno fatti, quindi non c’è tanto da lamentarsi», spiega la proprietaria Cinzia Groff. «Speriamo che finiscano per settembre, quando avremo il picco delle vendite con l’inizio delle scuole. Le nostre difficoltà sono altre: ci danneggiano soprattutto i supermercati, che vendono alcuni prodotti di cartoleria, e i negozi del centro commerciale. Lavoro qua con mio figlio, ma sono costretta a fare un secondo lavoro: con il negozio e basta non riusciamo a ricavare due stipendi. Non voglio dare la colpa al Comune, è un problema di sistema».
La richiesta di risarcimento
Qualcuno è così esasperato dalla situazione da procedere per vie legali. «Ci siamo muniti di un avvocato e abbiamo inviato una lettera al Comune », spiegano i titolari di un’attività del centro, che preferiscono restare anonimi. «Abbiamo allegato i corrispettivi di vendita di quest’anno e dell’anno scorso, e le carte che il Comune ci ha consegnato quando sono iniziati i lavori. Il nostro obiettivo è ottenere un risarcimento: abbiamo inviato la lettera due settimane fa, e adesso attendiamo risposte».