L'allarme

martedì 29 Novembre, 2022

Pergine, «San Cristoforo, no ad altro cemento»

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In consiglio approda la perequazione urbanistica Teatro Tenda - Lido di San Cristoforo. Wwf e Italia Nostra contrari a nuovi volumi

Questa sera in consiglio comunale a Pergine si vota la variante urbanistica denominata «Teatro-Tenda», che in realtà incide molto anche sulla frazione di San Cristoforo al lago. C’è chi (ad esempio WWF e Italia Nostra) chiede il tempo di una riflessione, stante l’impatto che il voto avrebbe sul futuro della fascia lago. Se approvata, la variante consentirebbe all’impresario Flavio Pallaoro di costruire 3166 metri quadri netti di superficie (in parte commerciale, in parte residenziale) a San Cristoforo, in cambio dell’abbattimento del vetusto Teatro-Tenda e dell’acquisizione del terreno in via Pennella, oggi di sua proprietà. I due lotti di suolo che a San Cristoforo accoglierebbero lo spostamento del diritto edificatorio, hanno destinazione agricola, che cambierebbe con la perequazione urbanistica. Terreni situati fra il pub Gulliver e il panificio, in ambito sottoposto a vincoli dal Servizio Bacini Montani.
Dalla piazza del vecchio Teatro-Tenda, si sposterebbe in sostanza il diritto edificatorio di Flavio Pallaoro verso il lago, con lo strumento della perequazione urbanistica. Gli ambientalisti si domandano: costruire a San Cristoforo, in area agricola, è il modo migliore per ottenere di abbattere i ruderi del Teatro Tenda, connettere il centro della città con la zona culturale Teatro-biblioteca e bonificare una zona effettivamente degradata di via Pennella? Il presidente del Wwf, Aaron Iemma è chiaro: «Pensiamo che sia opportuno pensarci bene, perché tutta la zona intorno al lago è preziosa e la sponda nord presenta ancora tratti di naturalità interessanti. In particolare il lotto attraversato dai canali e dal Fosso dei Gamberi, è da preservare. Secondo noi la vocazione di quell’area è diversa da una zona residenziale o commerciale. Aprire un confronto pubblico sarebbe una buona idea» spiega.
Dice Manuela Baldracchi, presidente provinciale di Italia Nostra: «In generale, per ottenere un corridoio di contatto fra il teatro, la biblioteca, gli uffici comunali e il centro storico, e per migliorare la qualità urbana di quella parte di città, si potrebbe anche, dopo l’abbattimento del Teatro-tenda, mantenere del costruito, lasciando spazi semi-aperti, come portici e slarghi. Consumare altrove altro prezioso suolo agricolo, per collegare due parti di città consolidata e aprirvi nuovi spazi, non è l’unica scelta possibile e forse nemmeno quella auspicabile».
Entrambe le associazioni ricordano che la perequazione urbanistica dovrebbe tutelare in primis il vero interesse pubblico, mentre garantisce quello, certamente lecito, del privato. La tesi è, in sostanza, che quel diritto edificatorio si può spostare in un’altra zona, senza infrastrutturare ulteriormente San Cristoforo.
Marina Taffara, consigliera di minoranza, del PD, già vicesindaca, è molto perplessa. Spiega: «Sono favorevole a una perequazione e alla bonifica della zona del Teatro-tenda, ma non credo che sia questo il modo corretto di attuarla. A Pergine abbiamo già diversi centri ed aree commerciali e altre due sono previste da recenti deliberazioni a nord e a sud- Può bastare. Anche la parte residenziale prevista da questa perequazione mi preoccupa, perché andrebbe a occupare suolo adesso libero, molto vicino al lago e in un ambito di fragilità idrogeologica».
Taffara sostiene anche che si stia perdendo la visione pianificatoria d’insieme, con singoli interventi frammentati e a volte impattanti. «Il Piano regolatore di Pergine è da aggiornare da dieci anni, proprio per questo ritengo che sarebbe opportuno valutare altre ipotesi. Credo che l’ambito del lago dovrebbe subire solo eventuali micro-infrastrutturazioni, altrimenti congestioniamo troppo l’ambito e non sarebbe più appetibile per un turismo dolce e rispettoso, dati i volumi di traffico che si andrebbero a generare».