la sentenza
giovedì 16 Novembre, 2023
di Benedetta Centin
Per quattro anni avrebbe tenuto sotto scacco quella donna sposata con cui aveva intrecciato una relazione clandestina, approfittando della sua debolezza psicologica e dell’affetto che provava per lui. Spillandole soldi a più riprese, prima con modi gentili e poi con arroganza e prepotenza. Con minacce e pesanti ricatti, facendole sapere via telefono che l’avrebbe denigrata, che avrebbe raccontato della loro storia a suo marito e ai suoi familiari. «Salta solo una rata e ti faccio vedere di cosa sono capace», «lascia i soldi dove ti ho detto .. altrimenti mi vedi arrivare», e ancora «la prossima volta vado da tuo fratello, tuo marito e tua madre e dico tutto» il tono delle minacce alla donna, che avrebbe anche pedinato. E quella serie di estorsioni, quei comportamenti persecutori che avevano tolto sonno e serenità alla 61enne tra il 2017 e l’agosto 2020, non sarebbero cessati nemmeno quando lei aveva deciso di troncare la loro relazione. L’uomo, che non se n’era fatto una ragione, per l’accusa tra maggio e luglio 2021 era tornato alla carica cercandola nei luoghi che frequentava, facendole sentire la pressione della sua presenza. Un incubo durato anni per la trentina, che, esasperata, in nove mesi ha presentato due denunce contro il suo ex. Il quale ieri, al termine del processo con rito abbreviato che gli ha concesso lo sconto di un terzo della pena, è stato condannato per stalking ed estorsione a 4 anni e 8 mesi di reclusione e a 1200 euro di multa. Il giudice per l’udienza preliminare Enrico Borrelli lo ha condannato anche a risarcire la donna (parte civile con l’avvocato Maurizio Pellegrini): le dovrà pagare una provvisionale, una prima trance di risarcimento, di 30mila euro, oltre alle spese. Una sentenza, questa, che il legale del 55enne, l’avvocato Andrea de Bertolini, impugnerà ricorrendo in Appello.
Nuovo stalking dopo la rottura
L’uomo aveva fatto credere alla 61enne, tra l’altro reduce di una brutta malattia, di volerla aiutare ma alla fine, per l’accusa, è stato lui che si è servito di lei, scucendole soldi a più riprese, facendole stipulare una polizza vita in suo favore, costringendola a chiedere finanziamenti i cui importi confluivano in due conti correnti di cui lui era l’esclusivo beneficiario. Obbligandola — è ancora la contestazione — a consegnargli bancomat e carta di credito «che usava a suo piacimento». In un’occasione poi l’imputato avrebbe impugnato una pistola, perché l’allora «compagna» sottoscrivesse una dichiarazione di debito a garanzia dei finanziamenti che lui aveva intestati. E poi avrebbe anche attinto soldi dal tfr della stessa. Che, disperata, preoccupata per la sua incolumità, ha interrotto i rapporti. Come se non bastasse l’uomo, a distanza di mesi, avrebbe iniziato a farsi trovare nei luoghi da lei frequentati, anche in locali pubblici, pur di incontrarla. Di controllarla. Di farle sentire la sua presenza. Insistente. Pressante. Ripiombata nell’incubo la 61enne ha formalizzato una nuova denuncia, raccontando di essere ancora stalkizzata dall’ex, recidivo, di essere stata costretta a cambiare abitudini, di chiedere agli amici di «scortarla». Tutto pur di non trovarsi faccia a faccia con lui.