Diritti
mercoledì 17 Luglio, 2024
di Donatello Baldo
Nei giorni successivi alle ultime elezioni europee questo giornale aveva raccontato dell’associazione Mosaico che in Valsugana era riuscita a convincere un sindaco ad aprire una finestra temporale nei giorni del voto in cui le persone transgender avrebbero trovato la fila unica, senza che gli scrutatori chiamassero ad alta voce il nome anagrafico dell’elettore o dell’elettrice. Un escamotage per far accedere al seggio senza disagi un ragazzo transgender al suo primo voto, un diciottenne che però sulla carta di identità ha ancora il nome scritto al femminile. Successivamente era intervenuto il consigliere provinciale del Pd Paolo Zanella: «La questione va posta un’altra volta». Sulla possibilità per le persone transgender di accedere ai seggi per il voto senza dover vivere il disagio di essere chiamate con il «dead name» scritto sul documento o, peggio, doversi mettere nella fila corrispondente al sesso biologico ma non al genere elettivo, il consigliere provinciale del Pd Paolo Zanella era già intervenuto in passato: «Con una mozione che impegnasse il Parlamento a modificare la norma nazionale che regolamenta questo aspetto». Ma fu bocciata. Fino a quando a livello nazionale rimarranno i due registri separati, uomini e donne, degli elenchi elettorali, a livello locale si può fare ben poco». La mozione era stata predisposta per sollevare il tema: «E vorrà dire che continueremo a sollevarlo». E così è stato, perché Zanella presenterà oggi un ordine del giorno collegato all’assestamento della Regione. «La suddivisione del registri basata sul sesso anagrafico e la creazione di due file distinte per genere, non tiene minimamente in considerazione che tale suddivisione obbliga le persone transgender, non binarie e di genere-fluid ad un outing forzato lesivo della privacy e della dignità delta persona», spiega l’esponente del Pd. Outing forzato che si ripete una volta che, terminata la fila, si deve consegnare agli scrutatori un documento di identità che non riflette la propria identità di genere. «Ad ogni tornata elettorale sono tantissime le persone transgender, non binarie e gender-fluid che raccontano di come, rispetto al senso civico del poter esprimere il proprio diritto di voto, prevalga la paura per un’esposizione forzata assimilabile ad una vera e propria violenza». L’ordine del giorno impegna la giunta regionale ad attivarsi presso il Parlamento e il Governo per chiedere la modifica della legge elettorale «al fine di rimuovere la suddivisione per genere nei registri elettorali, per adottare un altro criterio di ripartizione dell’elettorato (ad esempio quello alfabetico) che tuteli le persone non cisgender e garantisca loro la libera partecipazione al voto».