Emergenza casa
sabato 23 Dicembre, 2023
di Tommaso Di Giannantonio
Famiglie con un reddito né troppo basso per beneficiare delle case popolari né troppo alto per accedere al libero mercato. Nell’ultimo scorcio della scorsa legislatura la Provincia aveva cominciato a pensare a un piano di housing sociale «2.0» per la cosiddetta fascia grigia della popolazione. E aveva avviato un censimento degli immobili comunali potenzialmente disponibili per una loro conversione in alloggi residenziali: ex scuole, uffici, case di riposo, canoniche. «Stiamo facendo una ricognizione», diceva lo scorso marzo il governatore trentino Maurizio Fugatti. A ogni municipio, tramite il Consorzio dei Comuni trentini, è stata chiesta la disponibilità di eventuali edifici pubblici. Alla fine, su 166 Comuni, «sono stati messi a disposizione 20 immobili», riferisce Paride Gianmoena, alla guida del Consorzio e presidente del Consiglio delle autonomie locali (Cal).
Le ambizioni erano maggiori, ma in questa fase ci si accontenta di quel che c’è. L’idea della Provincia è quella di realizzare un «piano per le aree turistiche e di valle con la compartecipazione dei privati». Un piano simile a quello inaugurato nel 2013 sotto la giunta Rossi. Allora il fondo fu sottoscritto per il 60% da Cassa depositi e prestiti, il 20% da Cassa del Trentino e il restante 20% da un raggruppamento guidato da Banca Finint. In totale furono realizzati 516 alloggi a canone moderato nei Comuni ad alta densità abitativa.
Ora si vorrebbe replicare lo stesso modello, ma con due varianti: non si tratta di realizzare nuove palazzine, ma di ristrutturare e convertire gli edifici pubblici; e poi il piano residenziale non riguarderebbe i Comuni ad alta densità abitativa, ma le aree turistiche e di valle.
Si parte appunto da una base di 20 immobili, ciascuno con una dimensione diversa. «Il mio Comune — dice Paride Gianmoena, sindaco di Ville di Fiemme oltre che presidente del Consorzio — ha messo a disposizione la ex Colonia Pavese. Ma non basta la disponibilità — considera — ora bisogna trovare le risorse necessarie per la riqualificazione». Dopo la mappatura degli immobili pubblici, dunque, parte la caccia agli attori privati disposti a investire nel progetto.
L’emergenza casa è stata indicata dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, come una delle principali priorità della nuova legislatura, insieme alla questione salariale e alla denatalità. «L’obiettivo — ha detto nella sua relazione al bilancio in Aula — è quello di favorire sempre di più la possibilità di acquisto da parte delle giovani coppie che vogliono costruire la loro famiglia. Ma anche garantire il diritto alla casa alla popolazione, in particolar modo tutelando le fasce più deboli e dedicando particolare attenzione anche alla loro fragili».
Intanto due giorni fa la giunta ha approvato una delibera che integra con 2,8 milioni di euro le risorse destinate agli alloggi Itea: 2,7 milioni per le manutenzioni straordinarie degli appartamenti e ad altri interventi edilizi previsti nel 2024; 86 mila euro per la cosiddetta gara «booster» (da 5,5 milioni totali), che prevede di reimmettere 180 alloggi — su oltre mille sfitti — nei prossimi 3 anni. La struttura tecnica di Itea sta lavorando affinché la gara possa essere pubblicata entro la prossima primavera. «In un momento di forte crisi abitativa – dichiara l’assessore alle politiche abitative Simone Marchiori – abbiamo voluto dare una prima risposta alle richieste delle tante famiglie in difficoltà alle prese con il carovita».
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