Le raccomandazioni
martedì 18 Febbraio, 2025
di Patrizia Rapposelli
«Non ci sono più furti, ma è cambiato il metodo con cui rubano nelle case: un sistema più impattante che accresce la percezione di insicurezza tra i cittadini. Conoscere il loro modo di agire permette di ridurre il rischio. E fare parte di una rete cittadina, quale un gruppo di controllo di vicinato aiutata a sentirsi più tranquilli». A rassicurare è il colonnello Matteo Ederle, comandante provinciale dei carabinieri. Nelle ultime settimane ci sono stati una serie di furti in tutta la provincia, dalla Valsugana alle Giudicarie. Una situazione che ha creato un certo allarmismo tra le persone tanto da spingere, in Val Rendena, a segnalare, ai carabinieri 108 volte, un ambulante di fiori che si spostava da un territorio all’altro per mezzo di un camioncino. Un incensurato che provava solo a fare il suo lavoro: vendere i fiori. Un episodio che la dice lunga sullo stato di sensibilità delle comunità in tema di furti. Il comandante alla guida della provincia, Matteo Ederle chiarisce la situazione in Trentino e fa una riflessione.
Comandante Ederle, l’ondata di furti delle ultime settimane in diverse aree del Trentino ha creato allarmismo tra la gente. Realmente cosa sta accadendo in provincia?
«Innanzitutto dobbiamo aiutare a comprendere il fenomeno. I furti non sono aumentati, ma il modo in cui avvengono accresce la percezione di insicurezza nelle comunità ».
Prego.
«Negli ultimi mesi assistiamo a un nuovo sistema di furto. Ci sono delle bande, persone preparate e organizzate, che vengono da fuori regione. Individuano una zona e a batteria rubano in modo intenso per alcuni giorni per poi spostarsi in altre aree. Sapere il modus operandi aiuta a prevenire il furto».
Come agiscono queste bande?
«Prendono di mira una località e alcune abitazioni vulnerabili. Arrivano sul posto con un mezzo a noleggio e si fanno lasciare a distanza. L’avvicinamento e la fuga avvengono a piedi. Generalmente la banda è formata da massimo tre elementi. Si intrufolano nella camera da letto e il furto avviene nell’arco di cinque minuti totali. Cercano denaro contante e ori. Un giochetto all’apparenza semplice, ma frutto di una certa esperienza».
Come scelgono la casa da «visitare»?
«Stiamo parlando di abitazioni che fanno parte del centro abitato, ma che tendenzialmente sono a confine con aree verdi. Mi riferisco a zone agricole, coltivate come vigneti e meleti. Addirittura spazi boschivi. Prediligono le case buie, dotate di vetrate che meglio permette di valutare l’assenza del proprietario. Guardano anche se ci sono auto parcheggiate e sistemi di difesa passivi».
Si riferisce a un sistema di allarme efficace?
«Non solo, anche una porta robusta, un cancelletto ben chiuso, una recinzione, telecamerine improvvisate. Una serie di elementi che rendono una casa meno appetibile».
Quindi quali consigli si sente di dare per proteggersi dai ladri?
«Non servono impianti di allarme costosi e dico di non trincerarsi in casa. Ostacoliamo il loro tempo di azione: oltre a una serratura appropriata, non nascondete gioielli e denaro nella camera da letto principale. Tendenzialmente dopo cinque minuti, se non trovano nulla se ne vanno. Non sono violenti».
Cosa pensa dei gruppi di controllo del vicinato?
«Gli amministratori locali devono incentivare la creazione di queste organizzazioni cittadine: è tanta la voglia della gente di contribuire. Un gruppo WhatsApp strutturato, ben coordinato che a sua volta è in contatto con i sindaci e i carabinieri è un valore aggiunto».
In ultimo cosa si sente di dire alle comunità?
«Di non preoccuparsi, di non agire in modo avventato, di segnalare e di fare parte di una rete».
L'intervento
di Redazione
La vicepresidente dell'ordine degli infermieri ha poi voluto ricordare: «Chi, nelle prime fasi della lotta al Covid-19, ha messo il bene comune e la salute pubblica davanti al proprio interesse personale, talvolta sacrificando la propria vita»