Il caso
lunedì 16 Settembre, 2024
di Patrizia Rapposelli
Occhi ancora puntati su Isoltesino (l’azienda con sede a Pieve Tesino che si occupa di materiali isolanti) dopo che a settembre dell’anno scorso aveva stipulato un contratto di solidarietà per evitare il licenziamento di nove lavoratori e avere la possibilità di rilanciarsi. A ridosso della scadenza del contratto (prevista il 17 settembre), la situazione non sembra però essere migliorata: un problema sollevato dagli stessi lavoratori, e da una recente interrogazione presentata alla giunta provinciale dai consiglieri Michela Calzà e Paolo Zanella (entrambi del Pd), per sapere se la Provincia fosse a conoscenza delle difficoltà della Isoltesino Srl. Alla luce di tutto questo, sindacalisti e politici si chiedono se l’azienda tesina stia marciando veloce verso il fallimento. Il segretario regionale della Uiltec Uil, Osvaldo Angiolini parla di «investimento fallimentare». Mario Cerutti, Cgil Trentino, parla invece di un «futuro problematico per i lavoratori». Già lunedì si terrà un confronto diretto tra organizzazioni sindacali, i titolari dell’azienda e dipendenti per discutere della situazione aziendale. La storia della Isoltesino inizia due anni fa, quando l’azienda trovò sede alla «ex Bailo» di Pieve Tesino, uno stabilimento collocato tra i paesi di Pieve Tesino e Cinte Tesino. La fabbrica era in origine proprietà di Lagorai Sviluppo Srl, ma era stata poi acquistata da Trentino Sviluppo per essere concessa in locazione alla Isoltesino a fine 2021. L’azienda si occupava di produzione e commercializzazione di materiali per l’isolamento termico e di condotte per la distribuzione dell’aria per il riscaldamento e condizionamento e avrebbe poi dovuto specializzarsi in prodotti di gomma vulcanizzata, per l’isolamento e il risparmio energetico.
«Già nel settembre dello scorso anno l’azienda aveva dichiarato di voler licenziare nove lavoratori a causa delle difficoltà finanziarie attribuite agli iniziali investimenti per la sistemazione dell’immobile e per l’acquisto di macchinari con conseguenti criticità nell’avvio dell’attività e ricadute negative sui volumi di vendita rispetto alle attese», ricordano Calzà e Zanella nella loro interrogazione. «Dopo il confronto con le organizzazioni sindacali è stato raggiunto un accordo stipulando un contratto di solidarietà per 12 mesi che prevedeva una riduzione dell’orario di lavoro nei confronti di un numero massimo di 25 unità lavorative».
Impegni sottoscritti dall’azienda e poi falliti. Isoltesino aveva infatti promesso di passare entro il 2023 da dodici operai e tre impiegati «a quota 30 assunti per salire ancora a 50 dipendenti, organizzati su tre turni di lavoro, entro il 2027», spiegano ancora i consiglieri. «Un investimento di 1,8 milioni di euro per avviare la produzione a Pieve Tesino. Questi gli impegni sottoscritti dall’azienda con Trentino Sviluppo nel luglio di due anni fa». Calzà e Zanella chiedono anche come l’esecutivo intenda intervenire per sostenere la permanenza strategica della realtà imprenditoriale, «visti gli investimenti provinciali, ma soprattutto la strategica presenza di un’azienda che doveva radicare e consolidare la sua attività nel Tesino per garantire occupazione e permanenza sul territorio».
Questa situazione ha spinto di dipendenti a rivolgersi in massa ai sindacati. «La situazione sembra gravemente compromessa e il rischio fallimento è reale», rivela Mario Cerutti, sindacalista di Cgil Trentino. «I dipendenti hanno chiesto in massa il nostro aiuto. Parliamo di 16 lavoratori totali, di cui la maggior parte sono giovani donne. Vanno difesi: il contratto di solidarietà (strumento di integrazione salariale) scade il prossimo 17 settembre. Questo fattore ha allarmato i dipendenti, interrompendo, di fatto, il silenzio. Niente di ufficiale, ma siamo pronti a muoverci. Se l’azienda chiude sarà necessario aprire un dialogo con la Provincia. Parlare di ricollocazione dei dipendenti e futuro dello stabilimento». Come anticipato, l’azienda che fa capo a Angelo e Lucrezia Sordelli (padre e figlia) era già stata in difficoltà nel settembre dello scorso anno tanto da chiedere, dopo il confronto con le organizzazioni sindacali, il contratto di solidarietà per scongiurare il fallimento. «I contratti di solidarietà sono una tipologia di contratto di lavoro che prevede la riduzione del monte ore e della retribuzione», spiega Osvaldo Angiolini (Uiltec Uil Trentino). «Sono un ammortizzatore sociale, evitano licenziamenti distribuendo il risparmio di ore lavorative sulla totalità della forza lavoro, con il cosiddetto lavorare meno per lavorare tutti. Lo scopo era quello di permettere all’azienda di riprendersi, ma oggi veniamo a conoscenza di una realtà compromessa. In quel periodo le paghe erano in ritardo e alcuni dipendenti hanno preferito cercare un altro lavoro. Insomma, è un’azienda partita da zero che non è riuscita a decollare.»