il lutto

venerdì 27 Settembre, 2024

Pinzolo dice addio a Bruno Cunaccia, decano degli imprenditori. «Un uomo vicino alla comunità»

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Il funerale si tiene domani nella parrocchiale di Pinzolo alle 10

«Innovazione, intuito, onestà e operosità» poche parole per descrivere Bruno Cunaccia, classe 1937 che, deceduto la scorsa notte all’ospedale di Tione, lascia vivo il suo ricordo in tutta la Rendena, che piange la scomparsa di una persona che ha fatto la storia imprenditoriale della valle. Il funerale si tiene domani nella parrocchiale di Pinzolo alle 10.
La notizia della scomparsa di Bruno Cunaccia ha attraversato tutta la val Rendena innescando il pensiero commosso e la profonda vicinanza di tantissime persone al dolore della moglie Ludovina, dei figli Serafino con Alice, Lorenzo con Costanza, Bruna con Fabrizio e familiari.
Molto conosciuto e apprezzato, Bruno era titolare dell’impresa «Cunaccia Bruno» scavi, demolizioni, movimento terra, autotrasporti e sgombero neve, che anni fa è passata dal capostipite ai suoi figli e nipoti, mantenendo saldo il timone nella direzione da lui indicata. Di Bruno i suoi coetanei ricordano quando da ragazzino, figlio di un mondo contadino e rurale ormai scomparso «all’indomani della seconda guerra mondiale da piazza Ruina a Pinzolo saliva in montagna a condurre le capre» diventando ben presto l’imprenditore edile stimato da tutti.
I segni distintivi di Cunaccia erano la grande affabilità, quell’onestà e generosità verso il prossimo che ne facevano il galantuomo che era. Era dotato di un invidiabile intuito imprenditoriale legato a doppio filo con una sua visione protesa al futuro, fatta di scelte che hanno portato la «Cunaccia Bruno» a essere leader nel suo settore in valle precorrendo scelte che riducevano l’impatto dell’attività sul paesaggio e l’ambiente.
Nel 1957, con un solo camion acquistato di seconda mano nasce l’azienda fratelli Cunaccia, che trasportava legname alle numerose segherie della zona, negli anni Sessanta quando l’edilizia era in pieno boom economico la ditta si concentra su scavi, movimento terra e sgombero neve. A metà anni Settanta l’acquisto della cava Fiora di Strembo apre un nuovo settore per l’azienda Cunaccia, iniziando così l’attività di produzione e lavorazione di inerti e calcestruzzo preconfezionato.
Sono gli anni del boom economico e, quel ragazzino che raccoglieva i «vincèi» per le bestie nei boschi della val Rendena, è a capo di un’azienda protagonista dello sviluppo edile locale. Si ricorda che «la prima gru idraulica arrivata in valle l’hanno portata i Cunaccia» quando ancora si occupavano di trasporto del legname «è da loro che per vari decenni si è continuati ad andare per i macchinari più potenti e le più recenti innovazioni del mercato». Tra i primi grandi lavori, negli anni 1962-63 c’è la costruzione della strada che da Fisto conduce a Montagne, recentemente l’azienda si è occupata dell’intero progetto di gestione forestale e la realizzazione della galleria di bypass sotto la cava Maffei e tuttora dai comuni di Giustino e Massimeno ha ottenuto il rinnovo della concessione mineraria «Cava di Giustino» per la sistemazione ambientale dell’ex miniera di felpato Maffei.
Bruno Cunaccia è stato un indiscusso protagonista del suo tempo, un testimone dello sviluppo della «sua» val Rendena, di lui rimarrà il ricordo indelebile di una persona buona e saggia, sempre pronto a dare consigli, frutto di un’esperienza acquisita sul campo in tanti anni di lavoro.
Michele Cereghini, sindaco di Pinzolo, ricorda così Cunaccia: «Bruno un uomo perbene, con un’importante storia imprenditoriale, protagonista dello sviluppo della Val Rendena: non penso che ci sia una persona che non abbia avuto almeno una volta occasione di incontrarlo. Si sentiva parte della comunità, nella quale era stato parte attiva. Non mancava mai di farmi sapere la sua opinione sui vari progetti che toccavano Pinzolo – prosegue Cereghini – e anche recentemente ci eravamo visti, occasione in cui mi aveva espresso il suo parere sui temi che riguardano la circonvallazione».
«Bruno Cunaccia ha dato un contributo importante all’imprenditoria della valle, garantendo per altro un posto di lavoro a decine di persone – lo ricordano Manuel Dino Gritti, sindaco di Strembo, e la giunta – Cunaccia non è stato però solo imprenditore, ma ha sostenuto in tanti modi la nostra comunità: era un uomo disponibile, sempre dalla parte delle persone».