Turismo montano

giovedì 17 Novembre, 2022

Più cemento nei parchi: oltre 16 mila metri cubi «extra»

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Rifugi, ristrutturazioni in deroga. Dal 2013 ad oggi la Provincia ha rilasciato 22 nulla osta

In alcuni casi si tratta di migliorie tecniche, mentre il più delle volte si parla di ampliamento della capacità ricettiva dei rifugi. Quindi interventi destinati ad aumentare il volume delle strutture: vuoi per una stanza da letto più grande, vuoi per una sala da pranzo più spaziosa. Tutti lavori che sono spesso in contrasto con la «carta fondamentale» dei parchi naturali. Ma in nome dell’interesse pubblico (del turismo) si può fare un’eccezione. E di eccezioni, in Trentino, ce ne sono state tante negli ultimi dieci anni: ben 22, per oltre 16.500 metri cubi di ristrutturazioni e ampliamenti «in deroga» alle norme dei Piani dei parchi sulla tutela di paesaggio e ambiente naturale.
Per capirci: sommando tutti gli incrementi volumetrici concessi in via «eccezionale», è come se Piazza Dante avesse dato il via libera alla costruzione di una sessantina di appartamenti di medie dimensioni (80 metri quadrati) all’interno di riserve protette, in particolare, nel Parco naturale Adamello Brenta oppure nel Parco naturale Paneveggio Pale di San Martino. L’iter è questo: la commissione provinciale competente approva il progetto, la giunta esecutiva del parco naturale vota la deroga e poi la giunta provinciale, a cui spetta la decisione finale, rilascia il nulla osta.
Nella precedente legislatura, dal 2013 al 2018, sono state concesse sette autorizzazioni, corrispondenti ad almeno 5.500 metri cubi. In questa legislatura se ne contano già 15, per un totale di almeno 11.200 metri cubi. Senza tener conto delle deroghe rilasciate per altri interventi, come nuovi sentieri, piste da downhill, bacini di innevamento e riqualificazioni di parcheggi: se calcolassimo anche queste opere, si arriverebbe a 17 delibere nel primo periodo e 19 nel secondo. Va detto, inoltre, che tra gli 11.200 metri cubi autorizzati dall’attuale giunta, 6.535 sono connessi alla ricostruzione dell’ex caserma «Ferrari» a Passo Rolle: il nuovo edificio sarà destinato ai militari della guardia di finanza per corsi estivi e invernali, mentre gli alloggi saranno messi a disposizione dei gruppi sportivi.
Tutti gli altri interventi di ristrutturazione o ampliamento riguardano invece rifugi (prevalentemente), malghe e alberghi. Cioè opere (non tutte sono state completate) che hanno richiesto una deroga perché superano il tetto massimo previsto per gli aumenti di volume edilizio: il cinque per cento del volume esistente per i rifugi alpini, il 10 per cento per i rifugi escursionistici e altre strutture ricettive. Formalmente si tratta di «adeguamenti tecnici-funzionali». Una dicitura che include svariati interventi: dall’adeguamento alle normative antincendio e igienico-sanitarie all’ampliamento della cucina, fino alla realizzazione di nuovi posti letto e sale per gli ospiti.
Al primo posto, tra le opere più impattanti, troviamo il progetto di ampliamento dell’albergo bar ristorante «Dosson», in località Ragoli, a Madonna di Campiglio, quindi nel territorio del Parco naturale Adamello Brenta. I lavori si sono conclusi a fine 2017 con un aumento di volume della struttura pari a 2.700 metri cubi (59 per cento). Il via libera porta la firma della giunta Rossi. A seguire, nella stessa legislatura, e sempre in località Ragoli, il progetto di riqualificazione del rifugio alpino «Casinei»: più duemila metri cubi (22 per cento). Al terzo posto, infine, l’ampliamento del rifugio alpino «Cornisello», a Carisolo, Adamello Brenta. Il progetto ha ricevuto il nulla osta la scorsa estate dalla giunta Fugatti e prevede un incremento volumetrico pari a 1.243 metri cubi (178 per cento).
Interventi che rispondono a una ormai mutata concezione del rifugio di montagna, che non è più soltanto un punto di appoggio, ma è anche e soprattutto una meta per i turisti. Non a caso il riconoscimento dell’interesse pubblico da parte della Provincia è sorretto generalmente da questa formula: «l’economia locale si basa essenzialmente sul turismo e la riqualificazione dei rifugi contribuisce a riqualificare l’offerta turistica». E dal settore del turismo, inteso nella sua totalità, arriva il 15 per cento del prodotto interno lordo del Trentino. La politica, dunque, si trova di fronte al delicato bilanciamento tra la tutela dell’ambiente e lo sviluppo economico. E di conseguenza ritorna la domanda che più di tutte abbraccia la montagna: qual è il limite?