cronaca

venerdì 22 Dicembre, 2023

Placcato a terra da tre carabinieri, il rapper Nunes: «Io trattato come un cane senza motivo»

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Il fatto risale a tre settimane fa, ma il video dell'intervento, girato da alcuni amici, è diventato virale solo ieri. All'origine, pare ci sia stata una discussione con un uomo

Il tono di voce è elevato, scosso dall’agitazione per quanto accaduto. Elsio Nunes, rapper di uno dei quartieri di Trento Nord, Canova, ha postato mercoledì sera sui social il video, realizzato da alcuni suoi amici, che riprende il momento in cui è stato bloccato e portato in caserma. Il fatto è accaduto in via Manci, tre settimane fa e l’intervento è stato eseguito da parte dei Carabinieri. Il musicista è ancora incredulo per quanto accaduto: «Quel giorno c’è stata una discussione con un signore — racconta — In quel momento è passata una gazzella e l’uomo ha cominciato a gridare che lo stavo aggredendo. In realtà lui mi aveva appena torto il polso». Secondo quando riporta il rapper, le forze dell’ordine lo avrebbero immobilizzato senza fargli domande. Non solo: «Dicono che hanno agito così perché li ho aggrediti. Ma io mi stavo solo agitando a causa della situazione». In caserma la linea si sarebbe mantenuta, sempre secondo quanto riporta il ragazzo, ancora molto dura: «Mi hanno tenuto ammanettato alla panchina. Ma io non avevo fatto nulla. Ho protestato e chiesto di chiamare il mio avvocato e mia madre».
La decisione di diffondere il video sui social aveva come obiettivo quello di mostrare «il trattamento» riservatogli dalle forze dell’ordine. Ma la pubblicazione si è rivelata un boomerang. «Il mattino seguente al mio risveglio ho scoperto qualcuno mi aveva fatto passare per un criminale». Il rapper è molto arrabbiato: «Ho perso la faccia. Non parlo della gente per strada che mi guarda storto ma delle persone vicine. Ad esempio la mamma del mio migliore amico che spesso mi ospita a mangiare. Che cosa deve pensare?».
L’accaduto ha lasciato il musicista sconvolto e ora desidera rimettere in ordine i fatti perché, dice, quello che è successo lo ha segnato: «Vivo nell’ansia, vedo una pattuglia e mi metto a correre».