cronaca
venerdì 3 Maggio, 2024
di Ottilia Morandelli
Il comune e la soprintendenza provinciale dicono no ai plateatici quadrati o rettangolari con copertura di vetro o senza, in aree di particolare pregio architettonico come Piazza Duomo, via Belenzani o Piazza Pasi. Rimangono accettabili queste strutture in zone meno centrali come piazza Cesare Battisti. La battaglia per i plateatici sembra arrivata a un momento di stallo, questo è quanto emerge dall’incontro di ieri mattina per fare il punto sulla questione dei dehors a Palazzo Geremia. «Nella riunione di ieri ho potuto fare presente quali sono i punti di vista della sovrintendenza – spiega il presidente della stessa Franco Marzatico– Ho anche contestato alcuni dati non reali riportati dagli esercenti nelle scorse settimane rispetto al fatto che vi sia stata una chiusura. Questo è tutto da dimostrare perché il 93% di quanto è stato richiesto da loro è stato autorizzato, e quindi è sulla base non di proclami, ma di dati di fatti, che si può discutere».
Le istanze della soprintendenza sono e rimarranno, come racconta Marzatico, «consentire la vista dei monumenti storici e dal valore architettonico». Nel corso della riunione alla presenza delle associazioni di categoria e della amministrazione comunale, ieri si è convenuto che «fino a fine anno la sovrintendenza darà indicazioni sullo spazio che il singolo esercente potrà occupare. Non vogliamo strutture ingombranti che facciano diventare strade come via Belenzani un vicolo stretto».
Per quanto riguarda gli arredi, spiega Marzatico, «non interverremo sulla tipologia per evitare che ci siano investimenti che possano corrispondere a dei dinieghi». La riunione è risultata necessaria per stabilire che è fondamentale ora più che mai provvedere alla approvazione di un regolamento utile a ribadire la qualità degli spazi da utilizzare, permettere la visuale dei palazzi storici e definire l’uso dei materiali da impiegare nei propri plateatici. Le prospettive della sovrintendenza non sono però condivise dagli esercenti di bar e ristoranti, che non accettano di poter utilizzare per i propri spazi all’esterno «solo degli ombrelloni».
I problemi nascono a seguito della prescrizioni della sovrintendenza nei confronti di 16 locali del centro di Trento. A detta di Confesercenti sarebbero 170 gli esercizi pubblici a rischio restrizioni. A Palazzo Geremia ieri si è discusso anche dell’importanza di continuare con la stesura di un nuovo regolamento, per indicare quali siano le strutture che possano essere autorizzate: «Non è una sorpresa, lavoriamo già da due anni a questo regolamento. In caso di progetti diversi è inevitabile che venga coinvolta anche la Sovrintendenza che dovrà decidere se autorizzare o meno le varie strutture», spiega l’assessora comunale all’urbanistica Monica Baggia. Presente alla riunione anche Massimiliano Peterlana vicepresidente vicario di Confesercenti: «Tutto nasce perché qualche settimana fa abbiamo raccolto i malumori dei nostri associati – racconta – Volevamo che qualcuno ci rispondesse dal punto di vista politico su quale sarà il futuro della città di Trento, quale sarà il ruolo dei pubblici esercizi. Il rientro dei dehors dopo la fine delle proroghe Covid ci ha visti in difficoltà. Rimane l’esigenza da parte dei pubblici esercizi di poter lavorare». Fra le istanze degli esercenti la necessità di trovare un accordo sul regolamento con il comune di Trento. «Malgrado le posizioni che non sempre si avvicinano fra Sovrintendenza e esercenti rimango fiducioso, avendo fatto un confronto schietto e sincero spero si possa arrivare a un accordo e trovare una regolamentazione che possa andare bene per la maggior parte delle attività. La Sovrintendenza deve per forza dare la sua opinione ma da parte nostra dobbiamo incontrare i nostri associati, sentire la loro versione e capire se possiamo trovare il modo per chiudere al meglio questa partita», conclude Peterlana.