Provincia
sabato 9 Dicembre, 2023
di Redazione
Ora parla lui. Con amarezza e determinazione. «Ho appreso ieri dagli organi di stampa, di comportamenti da parte di “esponenti politici” di FdI, che non esito a definire riprovevoli e che non mi appartengono, come uomo prima ancora che come politico ed esponente delle Istituzioni pubbliche. Personalmente infatti, nel corso della mia non propriamente breve carriera politica, ho sempre anteposto gli interessi della Comunità Trentina a quelli personali, alle indennità, ai cda e alle poltrone» scrive Claudio Cia, ancora formalmente assessore provinciale.
«Quando mi sono trovato in disaccordo con le scelte prese – aggiunge – mi sono sempre comportato con coerenza e umiltà, anche dimettendomi dagli incarichi come quando, da Assessore regionale, ho lasciato la mia “poltrona” rinunciando contemporaneamente alla corrispondente indennità, per portare per primo in Consiglio Provinciale a Trento, il partito di Giorgia Meloni».
Poi l’annuncio: «È stato un onore, così come fare oltre 300 gazebo con il suo nome in Trentino. Un impegno che mi è stato riconosciuto dagli elettori i quali, pur senza proclami, foto o sostegno specifico sulla stampa, mi hanno premiato in termini di preferenze risultando secondo nella lista di Fdi, e per cui ringrazio tutti i Trentini. Quegli stessi Trentini che non meritano lo spettacolo cui hanno assistito in questi giorni, fatto di prepotenze, dichiarazioni sguaiate, bullismo verbale e atteggiamenti che, per fortuna, non appartengono nè alla cultura trentina nè a quella dell’Autonomia – dice – Gli insulti ignominiosi, di cui ho appreso dalla stampa, e di cui mi sarei aspettato almeno, se non un evidentemente impossibile smentita, almeno delle scuse, hanno avuto l’effetto di rendere a questo punto improcrastinabile una decisione che stavo ormai maturando da tempo. Con effetto immediato da oggi quindi, e sino alla permanenza in Trentino, come commissario del partito dell’”onorevole” Urzí, mi autosospendo dal partito, da ogni carica nello stesso e dal gruppo consiliare».
Non solo: «Rimetto conseguentemente nelle mani del Presidente Fugatti le deleghe che mi ha affidato, ringraziandolo per la stima e la fiducia nei miei confronti. Stima e fiducia non imposta da alcun contratto, ma che deriva unicamente dalla stima reciproca. Mi scuso al contempo con i cittadini trentini se non ho potuto svolgere adeguatamente il mio incarico, per rispettare nelle scorse settimane le direttive del partito. Incarico alla cui indennità relativa ho peraltro rinunciato sin dal primo giorno. A questo proposito ritengo infatti imprescindibile la natura sociale dell’impegno politico il quale, a mio avviso, non deve rappresentare una soluzione ai fallimenti personali o una comoda alternativa rispetto allo svolgere una qualunque professione, ma rappresentare, invece, secondo il più nobile spirito della “polis”, un impegno volto ai fini della crescita sociale e non del proprio conto corrente».
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