La proposta
venerdì 1 Marzo, 2024
di Redazione
Lucia Maestri ha depositato il disegno di legge sui criteri e metodi di scelta dei direttori dei museo provinciali. Un disegno di legge che ha già fatto tanto parlare, tanto che Vittorio Sgarbi ha preannunciato un esposto contro la consigliera del Pd che lo aveva attaccato parlando di direttori costretti a seguire quelle che aveva definito «bricconaggini». Il disegno di legge si ispira alla legge nazionale voluta e firmata dall’ex ministro Dario Franceschini famosa perché ha permesso l’assunzione di direttori stranieri in prestigiose istituzioni culturali come gli Uffizi o il parco archeologico di Pompei. Una norma che prevede un concorso per titoli per la scelta dei direttori e anche compiti ben precisi garantendone l’autonomia e indipendenza ha presidenti invadenti. Come spiega la stessa consigliera del Pd «il direttore è una figura fondamentale per la promozione, diffusione e fruizione della cultura. Per questo è importante che un direttore sia competente, preparato ed abbia sufficienti spazi di manovra per esprimere liberamente e autonomamente le proprie idee, la propria visione e le propria capacità organizzative e manageriali». Adesso la legge provinciale prevede che i direttori dei musei provinciali siano nominati dalla Giunta provinciale, sentito il consiglio di amministrazione dell’ente interessato, sulla base di un curriculum professionale e formativo coerente con le competenze e l’esperienza necessari. Secondo Lucia Maestri la prassi ha portato alla selezione dei direttori attuata attraverso un semplice interpello rivolto a verificare l’interesse alla copertura dei posti da parte di dipendenti provinciali e quindi alla nomina di direttore tra i dirigenti provinciali disponibili. Secondo la consigliera è ora di cambiare: «Il disegno di legge prevede che la nomina del direttore avvenga a seguito di un bando pubblico aperto a tutti i cittadini Ue sulla base di competenze specifiche, valutate da una apposita commissione altamente qualificata, e che la nomina ricopra un arco di cinque anni rinnovabili di altri cinque per una sola volta. Nella convinzione che le sole modalità di nomina con selezione pubblica non siano sufficienti a garantire al direttore giusta autonomia e corretta valorizzazione della sua figura quale interprete della identità, della missione e dello sviluppo culturale della istituzione che è chiamato a guidare, il ddl si propone di definire puntualmente le funzioni attribuite al direttore al fine di evitare sovrapposizioni con compiti e funzioni definite in via regolamentare agli altri organi di governance del museo».