Centrodestra
giovedì 8 Febbraio, 2024
di Donatello Baldo
Se l’unione tra La Civica e il Patt dovesse realizzarsi per davvero, il blocco autonomista-territoriale assumerebbe un peso non indifferente all’interno della coalizione di governo. Diventerebbe un gruppo da 5, come la Lega, più grande di Fratelli d’Italia. E in giunta sarebbero 3 a 3, escluso il presidente. Una forza che potrebbe pesare anche in vista della prossima legislatura, quella del dopo-Fugatti. «Ma è prematuro — dicono all’unisono i segretari dei due partiti, l’autonomista Simone Marchiori e il civico Mattia Gottardi — per ora c’è un confronto, un dialogo. Vedremo a cosa porterà».
La notizia di questo avvicinamento gira da qualche giorno e ieri, a margine dei lavori del Consiglio provinciale, stimolava la curiosità di molti esponenti di centrodestra. I protagonisti dell’avvicinamento non potevano più nascondere gli ammiccamenti. «Nulla di segreto — dice subito Marchiori — perché lo diciamo da 2022 che se vogliamo contare dobbiamo allargarci all’area civica e territoriale. Abbiamo gli stessi obiettivi, sarebbe strano che non ci fosse un dialogo avviato». Marchiori spiega che «non c’è nulla di definito», ma non è nemmeno escluso nulla: «Non so davvero dove porterà questo confronto, che c’è — ammette — ma posso dire che la prospettiva va dal partito unico alla federazione di partiti. Oppure si ridurrà a un manifesto di intenti comuni. Vedremo».
Lo sguardo è anche strategico: «Che ci siano forze convergenti, e che l’unione di esse possa avere più capacità di incidere, è evidente. E questo avvicinamento potrebbe portare a un maggiore dialogo anche con altre forze civiche locali». Un polo autonomista, civico, popolare e territoriale avrebbe peso politico ma anche elettorale. Anche in vista del dopo-Fugatti: «Un’asse così composto — conferma Marchiori — potrebbe incidere anche elettoralmente, certo. E un’area territoriale con un peso maggiore potrebbe anche ambire a guidare un ragionamento sul futuro. Ma da qui a cinque anni chissà cosa succede», mette le mani avanti il segretario autonomista.
Per ora si ferma all’oggi: «Quello con La Civica è lo stesso percorso avviato con Progetto Trentino e Autonomisti popolari», le due forze che sono già avviate alla fusione nelle Stelle alpine e che consacreranno l’unione in un congresso apposito. «Ma va fatto un passo alla volta. C’è un’affinità elettiva tra noi e le forze civiche, e con La Civica di Gottardi una convergenza di intenti evidente. Ma nulla vieta di poter ragionare anche con la Lista Fugatti, con Achille Spinelli. Con i suoi eletti c’è una sintonia che arriva da lontano, penso a Claudio Soini, a Eleonora Angeli, a Antonella Brunet. Persone che a livello ideale sono sicuramente vicine alla prospettiva di un allargamento dell’area territoriale all’interno della coalizione».
Conferma l’avvicinamento anche Mattia Gottardi: «Credo sia nelle cose un dialogo tra forze omogenee dentro una coalizione. Non è un segreto che un progetto territoriale e un luogo che contenga le espressioni del civismo sia guardato positivamente anche da parte nostra. Ma il percorso è lungo rispetto alla costruzione di un qualcosa di definito. Non si è mai parlato di fusione o di una nostra partecipazione al prossimo congresso delle Stelle alpine. Il dialogo c’è — conclude l’assessore — e ci sarebbe da stupirsi se non ci fosse».
l'intervista
di Tommaso Di Giannantonio
Il governatore non esclude la corsa alle Politiche del 2027 ma nemmeno la ricandidatura nel caso della modifica della legge elettorale. «Oggi non rientra nei miei pensieri»