salute

sabato 13 Luglio, 2024

Polmoniti in estate, la strana ondata in Trentino colpisce molti bambini: «Tra i sintomi la stanchezza e la mancanza di voglia di giocare»

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Si sospetta si tratti di una malattia infettiva batterica: «Risponde a una terapia antibiotica»

Mal di gola, stanchezza, dolori alla testa e alle ossa. E poi febbre, tosse. Sono tanti, in Trentino nelle ultime settimane, a presentarsi dal medico di fiducia con questi sintomi. E, ancora di più, dal pediatra. Sì, perché le «polmoniti atipiche estive» stanno colpendo direttamente loro, i più giovani. Bambini di pochi anni, ma anche ragazzi più grandi: per i primi ci si è già accorti di piccoli focolai nelle classi in concomitanza con gli ultimi giorni di scuola mentre, alle scuole dell’infanzia e nei centri estivi si fanno i conti con assenze e contagi anche in questi giorni. Non è un fenomeno «solo» Trentino: questa situazione viene segnalata in gran parte del Nord Italia e anche in Francia. Il motivo? Secondo i medici c’entra anche il clima, in particolare il lungo periodo piovoso.

«È batterica»
La polmonite ha portato anche qualche paziente in ospedale: se ne contavano quattro, al reparto di infettivologia nei mesi scorsi. Ma sono la punta dell’iceberg. «Posso confermare che sul territorio siamo davanti a un’ondata di episodi, anomali soprattutto per la stagione». A parlare è la pediatra Lorena Filippi, che segue molti giovani pazienti della piana rotaliana e della Paganella. «Come molti altri miei colleghi — prosegue — ho fatto diverse diagnosi di questo tipo. Non è possibile, tuttavia, avere la certezza che si tratti di polmoniti o di bronchiti, in mancanza di un esame radiologico. Raramente è grave, ma il consiglio che posso dare ai genitori è quello di portare i bambini dal proprio pediatra di libera scelta se manifestano sintomi, compreso, tra i più piccoli, la stanchezza, la mancanza di voglia di giocare».
Per quanto riguarda le cause si sospetta che di mezzo ci sia un batterio, una tipologia che si diffonde più facilmente in altre stagioni. «Abbiamo visto che risponde a una terapia antibiotica — conclude Filippi — in particolare quella che va a colpire i mycoplasmi, una famiglia di batteri nota per causare infezioni respiratorie: anche per questo è importante intervenire in tempo, per evitare che la malattia si prolunghi e l’infezione peggiori».

Cura monoclonale per la bronchiolite
L’Apss è stata informata degli episodi. «Ma non c’è nessuna emergenza e la situazione è sotto controllo», fa sapere il direttore generale Antonio Ferro che conferma come, in vista dell’autunno sarà promossa una campagna vaccinale contro lo pneumococco, altro batterio che origina infezioni all’apparato respiratorio. Un’altra novità, invece, riguarda fin da subito i più piccoli. Sarà offerto gratuitamente ai bambini che affrontano la loro prima stagione epidemica il nuovo anticorpo monoclonale Nirsevimab, rivolto alla prevenzione dell’infezione da virus respiratorio sinciziale. Ieri, la giunta provinciale, su proposta dell’assessore alla salute e politiche sociali Mario Tonina, ha stabilito di considerare questa profilassi quale livello aggiuntivo di assistenza.
Potranno usufruire di questa esenzione i bambini della coorte di nascita 2024 nati dal primo aprile in avanti, inclusi i nati pretermine, con cardiopatia congenita, displasia broncopolmonare, poiché quelli nati fra gennaio e marzo hanno già affrontato una stagione epidemica. Il virus sinciziale, con le bronchioliti che causa, è tristemente noto ai neogenitori e rappresenta, attualmente, la seconda causa di morte nella fascia d’età infantile (dopo la malaria, non presente in Italia).
«In Trentino, nel corso dell’inverno 2022-2023, vi sono stati 321 ricoveri in pediatria, dei quali 58 in terapia intensiva — fa sapere l’assessore alla Sanità, Mario Tonina — i dati del Trentino si sono assestati nella media nazionale, visto che l’88% dei ricoveri ha interessato neonati sani e nati a termine. La durata media della degenza è stata di 5, 6 giorni per i bambini ricoverati nel reparto di pediatria, mentre di 10 giorni per i bambini che hanno avuto bisogno della terapia intensiva. La messa a disposizione di questo farmaco Ci consente di proteggere i nostri bambini fin dai primi giorni di vita, ma rappresenta anche un investimento nel loro futuro e nel benessere della nostra comunità».D.O.