val di fassa

martedì 15 Aprile, 2025

Pozza di Fassa, esplode la condotta: voragine di otto metri sulla ciclabile

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Guasto all’alimentazione della centralina idroelettrica. Danni provocati anche dall’onda d’urto. Nessuno transitava al momento dell’incidente

L’esplosione, improvvisa, e la voragine che si apre sotto l’asfalto, un foro del diametro di otto metri. Uno scenario «di guerra», che si sono trovati davanti i vigili del fuoco volontari e i tecnici del Servizio bacini montani della Provincia intervenuti nel primo pomeriggio di ieri lungo la ciclabile che collega Soraga a Pozza di Fassa, in località Bagni.
A provocare l’esplosione il guasto alla condotta di alimentazione della centralina idroelettrica di Soraga, impianto di proprietà del Consorzio elettrico di Pozza di Fassa. Solo il caso e la stagione non ancora iniziata hanno evitato che la conta dei danni – enormi – coinvolgesse anche delle persone: in quel momento, infatti, nessuno stava transitando sulla pista ciclabile. L’esplosione – specifica una nota della Provincia – è stata talmente violenta che anche l’onda d’urto ha provocato dei danni, tra cui la rottura di una scogliera realizzata con massi a secco posta lungo il corso del torrente. Sul posto, come detto, sono intervenuti i Vigili del fuoco volontari, oltre al personale dei Servizi Foreste e Bacini montani della Provincia, impegnati nei rilievi tecnici per accertare le cause esatte del guasto. Il flusso d’acqua all’interno della condotta è stato immediatamente interrotto. Al momento – precisa la Provincia – non si rilevano anomalie legate a un eccesso di pressione: il tubo interessato ha un diametro di circa due metri e non risultano superamenti dei limiti di esercizio.
Insomma, un vero «mistero», anche per Dino Detomas, direttore del Consorzio elettrico: «Non sappiamo spiegarci cosa possa aver provocato il cedimento della condotta, serviranno esami approfonditi da parte dei tecnici». Di certo c’è che alcuni anni fa, poco prima del Covid, c’era stata una rottura cento metri più a monte del punto dove si è verificato ieri l’episodio. Ora si cercherà di capire se ci possa essere un collegamento tra i due fatti.
La centralina è stata spenta e lo resterà per un po’ di tempo, con un danno – evidentemente – alla produzione del Consorzio elettrico. La cooperativa possiede tre centrali, due sul rio San Nicolò e la terza sull’Avisio, quella interessata ieri dall’anomalo incidente. Complessivamente gli impianti garantiscono una produzione di 4700 kwh. La centrale storica è ormai un museo, conserva i primi alternatori e le turbine di un tempo.
Sono 1950 i soci che possono contare su benefici tariffari rispetto agli altri utenti. Il consorzio è interconnesso con la rete nazionale per cui cede energia nei momenti di minor utilizzo e la importa quando quella prodotta non soddisfa i bisogni.