Tribunale

giovedì 18 Luglio, 2024

Dopo aver bevuto investì e uccise un uomo: è arrivata la sentenza di condanna

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Smontata l'aggravante della velocità da parte degli avvocati difensori

A distanza di quasi due anni dal tragico incidente avvenuto a Predaia e costato la vita al 73enne Luigi Sebastiani, ieri (mercoledì 19 luglio 2024 ndr) c’è stata la condanna dell’automobilista che, sotto l’effetto dell’alcol, lo aveva travolto all’altezza del centro commerciale di Mollaro. Una persona che conosceva bene, visto che abitavano nella stessa zona: un uomo, la vittima, conosciuto per il suo impegno nel volontariato e per i concertini di fisarmonica nelle case di riposo. Il giudice per l’udienza preliminare Enrico Borrelli, al termine del processo con rito abbreviato che concede lo sconto di un terzo della pena, ha condannato il conducente del fuoristrada, un 51enne del posto, a un anno e quattro mesi di reclusione (la Procura aveva invece sollecitato due anni e nove mesi). Disposta anche la sospensione della patente per un anno. Quanto ai parenti di Sebastiani si rivolgeranno al tribunale civile per ottenere il resto del risarcimento. L’investimento non era avvenuto sulla statale 43 ma sulla strada che corre parallela e che porta alla rotatoria che utilizzata per accedere a via Conci. L’imputato quel pomeriggio del 30 luglio 2022 aveva tentato di frenare per evitare il pensionato che stava attraversando per raggiungere la zona del centro commerciale senza usare invece il sottopasso pedonale, di qui il concorso di colpa della vittima riconosciuto dalla Procura. Dagli accertamenti fatti allora l’automobilista si era messo alla guida dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo. A due ore dall’incidente mortale il 51enne era infatti risultato avere un tasso alcolemico di 0,97 grammi per litro di sangue, di qui la contestazione, oltre che di omicidio stradale, anche di guida in stato di ebbrezza. Gli avvocati difensori Matteo Livio e Gloria Valentini hanno però smontato l’aggravante relativa alla velocità superiore ai 50 chilometri orari rispetto a quella consentita in quel tratto. Dai rilievi risultava che il conducente del fuoristrada procedeva a circa 90, 100 chilometri all’ora accedendo alla strada di servizio destinata al vicino centro commerciale. Ma non c’era il limite dei 20 chilometri: il cartello, ha verificato la difesa, era stato installato dal proprietario dell’attività commerciale e non quindi dal Comune.