domenica 23 Giugno, 2024

Predazzo, vandali al bivacco Attilio Sieff: danneggiata di nuovo la baita

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Pochi giorni la segnalazione di un’escursionista: divelta la porta della legnaia. Ma negli ultimi anni sono stati numerosi i danni subiti dalla struttura

Il bivacco Attilio Sieff, detto anche Baita Latemar, è stato vittima di un nuovo atto vandalico. Pochi giorni fa un’escursionista ha segnalato come il bivacco fosse stato danneggiato per l’ennesima volta: era stata infatti divelta la porta della legnaia.
Non si tratta però di un episodio isolato. Infatti, negli ultimi anni sono stati numerosi i danni subiti dalla baita. «È accaduto per esempio che la cassetta delle offerte, destinate alla manutenzione, fosse stata divelta e rubata per poi essere gettata nel bosco qualche centinaia di metri più a valle», scrive la Sat di Predazzo in una nota. «La serratura è stata trovata rotta. In altre occasioni gli avventori si sono dimenticati di dare una rassettata prima di ripartire o addirittura hanno lasciato dietro di sé le loro immondizie».
Il bivacco Attilio Sieff è gestito dalla sezione del Club Alpino Italiano di Predazzo, e si trova sotto la forcella dei Campanili, nel gruppo montuoso del Latemar. Si tratta di un rifugio particolarmente utilizzato da chi parte per la traversta del Latemar, che lì trova un buon punto d’appoggio. Si può raggiungere dall’arrivo degli impianti a Passo Feudo, oppure risalendo la val Sorda dall’abitato di Forno.

Al vandalismo si deve però aggiungere anche l’incuria degli escursionisti che oltre ad abbandonare rifiuti usano la legna in modo sconsiderato. «Vista la posizione del bivacco, la legna è molto difficile da rifornire», scrive ancora la Sat. «Infatti, anche se i responsabili della sezione hanno predisposto una catasta all’inizio del sentiero della Val Sorda, cosicché chi sale al bivacco possa prendere quella che gli necessita, nessuno si carica i tronchetti in spalla con la prospettiva di scalare mille metri di dislivello. Così ogni anno Giorgio Gabrielli (referente della sezione Cai) e gli altri volontari devono servirsi dell’elicottero per rifornire il bivacco, cosa che inevitabilmente ha dei costi».
Insomma, i problemi della Baita Latemar sono numerosi, ma senza una soluzione diretta. Ci si affida al buonsenso delle persone, ma non sempre basta. «Chi infatti ha cercato di predisporre sistemi di prenotazione e serrature che si aprono solo previa autorizzazione ha incontrato vari tipi di criticità. Questi sistemi richiedono un lavoro e un’organizzazione troppo onerosa per un gruppo di volontari. Si fa affidamento dunque sul buon senso delle persone e sul rispetto per beni che sono di tutti. Tanto più che i bivacchi di montagna, pur prestandosi a serate in compagnia e a momenti d’intrattenimento, nascono e restano dei ricoveri importanti in situazioni di emergenza e perciò devono essere pronti per accogliere gli escursionisti sorpresi dal maltempo».
Da tempo il responsabile del bivacco deve quindi caricarsi del doppio lavoro di mantenerlo in ordine e risistemare i danni che vengono fatti da chi ci passa la notte. «Purtroppo non sempre le persone dimostrano di essere coscienziose», conclude la Sat. «Si servono dei servizi offerti loro in modo inadeguato, incuranti del grande lavoro che c’è dietro a realtà di questo tipo e indifferenti a chi, a titolo gratuito, spende energie e tempo perché il ricovero sia sempre integro e pronto a ospitare chi passa di lì»