Le motivazioni
giovedì 10 Ottobre, 2024
di Redazione
Quasi quattro anni di di reclusione per associazione con finalità di terrorismo anche internazionale, detenzione di sostanze che servono alla composizione o alla fabbricazione di materie esplodenti con finalità di terrorismo. È la condanna che il giudice ha inflitto a Mines Hodza, il 23enne di origini kosovare che, il 15 giugno 2022, era stato arrestato dai carabinieri di Ros, Gis e del comando provinciale di Trento perché, secondo rilevanze investigative, stava per compiere un attentato terroristico sul territorio italiano in nome dello stato islamico. «Le attività investigative dei Ros hanno consentito di accertare che l’uomo, perito chimico, residente in un piccolo comune dell’Alto Garda, aveva intrapreso un percorso di profonda radicalizzazione, che lo aveva portato a giurare fedeltà all’Isis e a reperire, nel deep web, materiali informatici di matrice jihadista e, aderendo all’associazione terroristica, si era fatto carico anche di diffonderne il messaggio e reclutare potenziali combattenti, inneggiando più volte al martirio – informa una nota dell’Arma -. I militari del Ros hanno accertato che il cittadino italiano di origini kossovare fosse concretamente pronto a passare all’azione: l’uomo, infatti, si era dapprima procacciato le informazioni per realizzare ordigni artigianali per poi rubare, registrato dalle microspie dei carabinieri, i composti chimici per poterli confezionare. All’atto dell’arresto, effettuato dai Gis, il giovane è stato trovato in possesso di significativi quantitativi di acetone ed acidi che, opportunamente sintetizzati, sarebbero serviti per la realizzazione di Tatp, un micidiale esplosivo rudimentale che, nell’ultimo decennio, è stato spesso utilizzato per compiere attentati terroristici anche sul suolo europeo».
La motivazione della condanna
Il rischio di attentato terroristico e e l’elevata pericolosità rappresentata da Hodza, sono stati confermati dal giudice nella sentenza in cui scrive che «la situazione di pericolo determinata per la collettività è stata grave e quelle esposte intenzioni si sono materializzate in fatti concreti di estremo disvalore penale: solo il pronto intervento del Ros ha evitato conseguenze peggiori». Inoltre, che «alla luce del quadro ricostruito dal Ros non può dunque, parlarsi di una partecipazione di minima gravità nè nelle forme nè nelle intenzioni». In una intercettazione si legge: «maledetti cristiani io butterò una bomba in chiesa, che bello, vado io a fare una bomba … finché non morirò io sarò così».
L'annuncio
di Leonardo Omezzolli
A comunicare la notizia la vice sindaca di Riva Silvia Betta, felice per l’obiettivo raggiunto anche grazie alla disponibilità di spazio messa a disposizione dall’associazione Luogo Comune