Sin e bonifica
domenica 6 Agosto, 2023
di Francesco Terreri
Uno dei proprietari dell’area ex Sloi ed ex Carbochimica, la Tim srl di Michele Albertini, ha presentato in Procura una denuncia contro ignoti perché avrebbero svolto lavori di movimento terra nell’area inquinata e avrebbero portato via materiale, violando così ogni regola di gestione del Sito di interesse nazionale Trento nord. La denuncia però si riferisce, senza nominarla, proprio all’attività che non solo è permessa, ma addirittura richiesta a Rete Ferroviaria Italiana, e supervisionata da Appa, l’Agenzia provinciale per l’ambiente, di analisi del soil gas, i gas interstiziali dei terreni inquinati, in vista delle misure di protezione per lavoratori e cittadini durante la realizzazione del bypass ferroviario. Insomma, la denuncia non solo non ha niente a che fare con l’inchiesta della Procura per disastro ambientale in una parte delle aree del cantiere, dove invece si rimprovera di non aver fatto le analisi necessarie, ma è l’esatto contrario: l’ennesimo tentativo, dopo il ricorso al Tar e lo stop a due carotaggi vicini al sedime ferroviario, di almeno uno dei tre proprietari delle aree inquinate di impedire nuove analisi che confermerebbero la grave situazione di inquinamento dei più di 10 ettari di terreno ex Sloi e Carbochimica, imporrebbero la bonifica totale delle aree, con possibilità di rivalsa sui proprietari, pur se incolpevoli, dell’inquinamento, come confermato dalle Linee guida del Ministero dell’Ambiente appena pubblicate, e metterebbero a repentaglio i progetti immobiliari su Trento nord, compreso l’ultimo «Gea & Ponto» dai caratteri green: una partita da 100-150 milioni di euro.
Offensiva anti-analisi
Dopo aver saputo della denuncia della Tim, Rete Ferroviaria precisa che nell’area considerata «Rfi e Italferr (la società di ingegneria di Ferrovie dello Stato ndr) stanno portando avanti delle attività propedeutiche alla realizzazione dei monitoraggi di soil gas, come previsto dal Piano di indagini prescritto dal Ministero e condiviso con tutti gli enti preposti». Dei tre proprietari di Sloi e Carbochimica, oltre alla Tim la Mit srl di Paolo Tosolini e la Imt srl di Sergio Dalle Nogare, è Albertini ad aver messo in moto da tempo un’offensiva contro la possibilità che si facciano analisi sui suoi terreni. Il ricorso al Tar, prima Trento che poi ha trasferito la pratica per competenza a Roma, ha visto il 10 maggio il collegio romano respingere la domanda cautelare e quindi dare il via libera alle analisi di Rfi e Appa, che infatti sono cominciate nei giorni scorsi. Di recente la Tim ha bloccato due dei carotaggi previsti sul tracciato della ferrovia – le analisi del sedime ferroviario da tempo richieste da istituzioni e cittadini e finanziate dallo Stato con 2 milioni – perché violavano l’area di proprietà.
Affari sulle aree inquinate
La Tim mette la sua area a bilancio – 2021, ultimo disponibile – per 6 milioni 758mila euro. La Imt di Dalle Nogare ha i terreni a bilancio – sempre 2021 – per 6 milioni 146mila euro. La Mit di Tosolini nell’assemblea dello scorso 23 giugno ha aggiornato i conti al 2022, portando la sua area a 14 milioni 371mila euro di valore. In tutto, quindi, 27,3 milioni che però sono ben lontani dai potenziali valori di mercato delle aree se vi si potesse costruire sopra. Dopo i mega progetti di vent’anni fa, l’ultima ipotesi di realizzazioni immobiliari su ex Sloi e Carbochimica è dell’anno scorso, si chiama Gea & Ponto e prevede di costruire, sopra uno strato di impermeabilizzazione dei terreni inquinati, albergo, servizi, centro congressi, serre in un ambiente green. Non sono i 300mila metri cubi minimi concessi dieci anni fa, che avrebbero portato il valore complessivo del progetto intorno ai 200 milioni, ma siamo pur sempre tra 100 e 150 milioni.
Chi non bonifica, paga
Il problema dei proprietari è che se si fa la bonifica integrale, anche nella versione più economica – la tombinatura da 80 milioni – buona parte se non tutti i terreni finiscono per essere persi. L’altro giorno il Ministero dell’Ambiente ha reso nota le Linee guida sull’applicazione del principio comunitario «chi inquina paga» per quanto riguarda i procedimenti di bonifica dei Siti di interesse nazionale come Trento nord. Paga chi ha inquinato. Ma nel caso Sloi-Carbochimica, chi ha inquinato è da tempo fuori gioco. I proprietari incolpevoli, quelli attuali, non sono obbligati a bonificare, sono tenuti soltanto ad adottare le misure di prevenzione. Ma se l’ente pubblico provvede alla bonifica, le spese sostenute possono essere recuperate agendo in rivalsa verso il proprietario, che risponde nei limiti del valore di mercato del sito. Che però in questo caso è paragonabile o addirittura inferiore al costo della bonifica.
«Risanare? Una priorità»
«Sloi e Carbochimica sono due aree inquinate con livelli di inquinamento alti – afferma Enrico Menapace, dirigente generale dell’Appa – Bonificare è una priorità, è il problema principale di queste aree da molto prima del bypass e va necessariamente affrontato, con la presenza forte del Ministero dell’ambiente, a cui fa capo la bonifica dei siti contaminati in tutta Italia».
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