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domenica 23 Aprile, 2023
di Mario Pizzini
Gli animalisti scendono in piazza in difesa degli orsi e contro lo specismo, al grido di “Orsi liberi, Gaia (Jj4) libera”.
Era composto da più di 150 persone il corteo partito domenica 23 aprile verso le ore 14 dalla stazione dei treni di Villazzano in direzione Casteller, dove è stata portata provvisoriamente l’orsa Jj4 (quella che ha aggredito e ucciso Andrea Papi lo scorso 5 aprile) in attesa del verdetto del Tar, e dove risiede anche M49.
A sostegno dei manifestati trentini, sono sopraggiunti in città cittadini da tutta Italia, dal Piemonte alla Toscana, dall’Emilia Romagna alla Lombardia. La manifestazione è stata promossa da Assemblea Antispecista e Collettivo Scobi con la partecipazione di tante altre realtà ambientaliste.
“Noi siamo qui per Papillon (M49), che è riuscito a scappare ben due volte da questa prigione inespugnabile, poi per l’orsa Gaia (Jj4), ma anche per i due ricercati Johnny (Mj5), soprannominato così in onore del partigiano Johnny fuggito sulle montagne, e Amir (M62)”, spiega Francesca Manzini di Stop Casteller. “Siamo consapevoli che soprannominare gli orsi sia di fatto un gesto antropocentrico, ma ciò ci permette l’immedesimazione per riconoscerli ed essere più consapevoli della loro presenza”.
La situazione sta sfuggendo di mano ed il responsabile numero uno viene individuato dai manifestanti nella figura del presidente della Provincia di Trento e in tutta la sua giunta, colpevoli di aver gestito in maniera pessima la “questione orsi”. Appaiono quindi striscioni e si alzano voci che invitano il presidente a dimettersi, e gli orsi vengono considerati “vittime della PAT”.
La giunta Fugatti, secondo Manzini, è la prima responsabile della tragedia di Caldes.“Sono anni che questa giunta vuole sterminare gli orsi e questa tragedia, provocata dalla loro incompetenza, gli permette di farlo con ancora più veemenza”. Manzini sottolinea come la mobilitazione provenga da tutta Italia ma abbia delle solide basi in Trentino, a dispetto di quanto viene lasciato intendere dalle autorità.
“La mobilitazione è stata lanciata da persone del territorio, questo è importante da dire perché Fugatti spesso parla di animalisti da salotto che non hanno nulla a che vedere con la vita di montagna, ma la realtà non è così”. Chiarisce poi come ci sia “ rispetto per chi abita la montagna. Non diciamo che la gente deve spostare le proprie attività in città, diciamo che ci vuole educazione già a scuola per favorire la convivenza uomo-orso. Le vittime della mala gestione sono gli orsi ma anche tutte le persone che abitano in montagna e non sanno come comportarsi”, continua Manzini.
“Siamo solidali agli orsi, non accettiamo siano degli accessori da utilizzare solo per mostrarsi al mondo come regione che tutela la natura”. Manzini si mostra scettica anche sull’utilizzo del radiocollare. Il timore non è sull’efficacia dello strumento in sé, ma piuttosto sulle conseguenze che l’applicazione del radiocollare può avere sugli animali. “Abbiamo una posizione critica anche rispetto al discorso dei radiocollare, perché non è accettabile che su tot sedazioni un numero elevato risulti letale. E’ quanto successo a F43 quest’estate, morta a seguito dell’anestesia, rimasta soffocata dal collare”, continua.
“La stagione della mobilitazione è cominciata. Tra un paio di settimane faremmo qualcosa in città, organizzando pullman da tutta Italia perché è ora di farsi sentire”, conclude tra il boato dei manifestanti. Se l’abbattimento selettivo non viene considerato tra le opzioni disponibili, un simile discorso (sebbene preferito all’abbattimento), vale per la ricollocazione.
“Gli orsi devono rimanere qui in Trentino perché disponiamo non solo di risorse ma anche di un territorio adatto ad ospitarli, sia per caratteristiche che per estensione”, spiega Dorigatti Ornella, delegata di Oipa Trentino, che lamenta la mancanza di corridoi faunistici per permettere ai plantigradi di disperdersi in tutto il territorio che avrebbero a disposizione. E la gestione orsi non significa solo corridoi faunistici.
“La segnaletica è carente e la gestione dei rifiuti pessima. In Val di Sole sono presenti 409 cassonetti per rifiuti organici, di questi solo 6 sono anti orsi. E’ risaputo che uno dei fattori dai quali dipende la problematicità degli orsi è proprio la disponibilità di cibo ma in trentino manca una politica cruciale come quella di gestione dei rifiuti organici”.
Le opinioni sono eterogenee, com’è normale che sia all’interno di un collettivo di persone così vasto, tra l’altro provenienti da contesti (anche solo dal punto di vista geografico) diversi, ma alcuni punti fermi ci sono. Gli orsi non vanno abbattuti, è una soluzione inutile e poco lungimirante. L’uomo deve imparare a convivere con gli orsi, e ciò è possibile solo attraverso campagne di educazione e sensibilizzazione fin dalla giovane età. Una mamma non è colpevole di difendere la sua prole e non dev’essere punita con l’abbattimento per questo. Fugatti e la sua giunta sarebbero i responsabili di questa situazione. Questo emerge chiaramente anche ad un primo colpo d’occhio: da striscioni e cartelloni dei manifestanti, i riferimenti all’amministrazione provinciale sono ovunque.
l'incontro formativo
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Il 20 novembre alla Fondazione Mach l'evento di approfondimento riservato ai datori di lavoro i cui dipendenti potrebbero essere esposti al rischio di incontrare, durante il proprio lavoro, un orso o un lupo