Salute
martedì 7 Febbraio, 2023
di Redazione
Un dipartimento transmurale articolato su tre unità operative di psichiatria che operano sugli stessi territori dei distretti Nord, Est e Sud attraverso la presa in carico dei pazienti nel loro territorio di residenza e con interventi mirati per fasce di età. La nascita di due strutture dedicate ai pazienti acuti in alternativa al Servizio psichiatrico diagnosi e cura (Spdc) ad Arco e la partecipazione al progetto europeo Cope sulla presa in carico dei Neet al fine di intercettare precocemente situazioni di disagio. Sono queste alcune delle novità sulla riorganizzazione della psichiatria trentina presentate oggi, al palazzo della Provincia autonoma di Trento, dall’assessore alla salute Stefania Segnana, assieme al direttore generale Apss Antonio Ferro, alla direttrice dell’Integrazione socio sanitaria Elena Bravi, al direttore del Dipartimento transmurale di salute mentale nonché dell’Unità operativa di psichiatria Nord Claudio Agostini, al direttore dell’unità operativa di psichiatria Est Lorenzo Gasperi e allo psichiatra Giuseppe Bertinazzi dell’unità operativa di psichiatria Sud.
«Ringrazio della presenza i rappresentanti dell’Apss – ha evidenziato l’assessore Stefania Segnana – che oggi illustrano il piano di riorganizzazione della psichiatria provinciale. Un piano che è in fase di definizione e che nasce dall’opportunità di creare una più ampia offerta territoriale oltre che specifica sul tema adolescenza. Gli incontri interni ad Apss sono stati molti, e importante è stato il passaggio in Comunità di Valle con i sindaci, incontro al quale ha partecipato per Apss la dottoressa Bravi, il dottor Agostini e dottor Fabbri per illustrare quanto si sta costruendo. Una riorganizzazione importante che con la creazione del Centro crisi adolescenze potrà anche dare una risposta alla mobilità passiva che da sempre si è avuta in questo ambito. Questa conferenza è importante per chiarire alcuni aspetti che evidentemente sono poco chiari e per tranquillizzare sul progetto che riteniamo sia innovativo e in linea con le indicazioni nazionali».
«Il Dipartimento transmurale di salute mentale – ha affermato Antonio Ferro – è una delle strutture innovative previste dalla riorganizzazione dell’Apss con l’obiettivo di dare a questo ambito un assetto che tenga conto dell’integrazione tra territorio e ospedale e al contempo dell’uniformità di accesso su tutto il territorio provinciale e della semplificazione nei percorsi di cura. Il rafforzamento dei servizi territoriali, veri snodi dell’assistenza al cittadino, è l’asse strategico di un’operazione che mira a implementare i servizi di prossimità per contrastare efficacemente e precocemente possibili evoluzioni verso quadri acuti. Dalle quattro strutture prima esistenti con la nuova riorganizzazione si passa a tre unità operative che insistono sugli stessi territori dei nuovi distretti sanitari Nord, Est e Sud e che si interfacceranno con le reti professionali che andremo a sviluppare in integrazione con la medicina di famiglia.».
«Vorrei inoltre evidenziare – ha proseguito Ferro – la partecipazione al progetto europeo Cope, che sarà seguito dalla dottoressa Sara Paternoster, sulla presa in carico dei Neet, i giovani che non studiano, non lavorano o non sono inseriti in progetti di formazione, finalizzato a favorire l’autonomia, l’inclusione sociale e lavorativa, il benessere dei giovani e a prevenire situazioni acute proponendo interventi individualizzati di accompagnamento e pianificazione di percorsi e interventi condivisi e attuabili nella comunità». Nel suo intervento Elena Bravi ha precisato che: «Riorganizzazione del dipartimento di salute include le tre odierne unità di psichiatria ma anche l’unità di psicologia, l’unità delle dipendenze e il centro per i disturbi del comportamento alimentare. L’area psichiatrica è quella dove sono state apportate le maggiori modifiche tuttavia è opportuno sottolineare che la nuova organizzazione si caratterizza per offrire, attraverso la multidisciplinarietà e i percorsi di cura integrati, servizi di prossimità in contesti accoglienti, che evitino lo stigma e l’impiego di mezzi di costrizione fisica. Naturalmente il Dipartimento di salute mentale dovrà interfacciarsi con continuità con il Dipartimento transmurale pediatrico, con quello delle Cure primarie e con tutti gli stakeholder del territorio».
«Auspico che a questa riorganizzazione – ha proseguito Bravi – faccia seguito un dibattito culturale all’interno della psichiatria, con una riflessione sui nuovi bisogni di salute mentale di giovani ma anche delle persone anziane, con una revisione di alcuni modelli». Tra le modifiche apportate dalla riorganizzazione dell’Apss vi è l’istituzione del Centro crisi adolescenze e Centro salute mentale sulle 24 h di Arco, due “piccole comunità” dotate complessivamente di quindici posti letto che affiancano il Centro diurno e che offrono accoglienza ai pazienti in situazione di pre-crisi, crisi o post crisi, in alternativa o in continuità con l’ospedalizzazione. L’obiettivo del nuovo centro sarà quello di gestire le acuzie psichiatriche senza ricorrere necessariamente al ricovero ospedaliero o comunque, quando questo non sia evitabile, ridurre il più possibile la durata della permanenza in ospedale. A completamento del processo di riorganizzazione i posti letto dedicati alle acuzie psichiatriche saranno un totale di 51 di cui 16 all’ospedale Santa Chiara di Trento, 16 all’ospedale San Lorenzo di Borgo Valsugana, 4 al Centro salute mentale 24h/24 territoriale a Cles e infine 7 del Centro per le acuzie degli adolescenti più 8 del Centro salute mentale 24h/24 territoriale ad Arco.
«Con il superamento del Servizio psichiatrico diagnosi e cura di Arco e la sua trasformazione in posti letto territoriali dedicati alle acuzie – ha evidenziato Claudio Agostini – il Trentino si colloca all’interno degli standard suggeriti dalla recente Intesa sancita in Conferenza Stato Regioni che lo scorso 21 dicembre ha fissato, quale standard strutturale di riferimento, un Servizio psichiatrico diagnosi e cura di 16 posti letto ogni 300 mila abitanti e il rafforzamento dei Servizi territoriali extraospedalieri. Nel dettaglio ad Arco nella struttura “Le Palme” come trasformazione del Servizio psichiatrico diagnosi e cura, prenderanno vita due strutture dedicate a pazienti acuti. Un Centro per le acuzie degli adolescenti, con sette posti letto per la fascia di età 14-24 anni, target di utenza che oggi occupa stabilmente un volume di posti letto pari a metà Spdc, nonostante le indicazioni nazionali e internazionali suggeriscano setting di cura dedicati a questa delicata fascia di utenza. Vi sarà poi un Centro sulle 24 ore per le acuzie degli adulti, con otto posti letto, che fa seguito ad un’analoga sperimentazione in corso da cinque anni a Cles e che accoglierà persone che altrimenti sarebbero candidate al ricovero in Spdc, rafforzando in tal modo l’assistenza territoriale extraospedaliera, oltre che la loro qualità di vita e quella dei loro familiari».
Claudio Agostini nel suo intervento ha inoltre messo in risalto la carenza di personale, in particolare medici specialisti e infermieri, che nell’area della salute mentale come per il resto della sanità in generale «non consente di mantenere in vita strutture costantemente a rischio chiusura: voglio ricordare che in Veneto e Lombardia, solo per citare i nostri vicini di casa più prossimi, negli ultimi due anni sono stati chiusi senza preavviso numerosi Spdc per mancanza di risorse. Questa riorganizzazione e la nascita del Centro crisi adolescenze permette anche un’ottimizzazione del personale e l’attrattività in particolare di specialisti in psichiatria».