scienza
martedì 22 Aprile, 2025
Pulci dei ghiacciai, individuate otto nuove specie. Il Muse pubblica il primo studio. «Sono a rischio estinzione»
di Redazione
Si tratta di piccoli artropodi imparentati con gli insetti, che vivono a stretto contatto col ghiaccio permanente

Un recentissimo studio coordinato e condotto da ricercatori dell’Università di Siena e del Centro Nazionale di Biodiversità (NBFC), il primo centro di ricerca nazionale dedicato alla biodiversità, finanziato dal PNRR – Next Generation EU, in collaborazione con altri enti, quali l’Università degli Studi di Milano e il MUSE – Museo delle Scienze di Trento, fornisce la prima panoramica sulla biodiversità delle “pulci dei ghiacciai” di Alpi e Appennini, ovvero dei collemboli, piccoli artropodi imparentati con gli insetti, che vivono a stretto contatto col ghiaccio permanente.
Lo studio, dal titolo «The Unexplored Biodiversity of «Glacier Fleas» e pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Zoological Systematics and Evolutionary Research, offre nuovi spunti di riflessione sulla fragilità e la ricchezza degli ambienti glaciali, apparentemente inospitali, e della necessità di studiare ancora la biodiversità del nostro territorio.
Delle undici specie trovate su Alpi e Appennini ben otto sono quelle nuove per la scienza, scoperte dal gruppo di ricerca; cinque di queste specie sono descritte in questo lavoro. La pubblicazione è frutto di un’intensa collaborazione interdisciplinare, che ha visto coinvolti ricercatrici e ricercatori di diversi enti di ricerca e università italiane ed europee. Particolarmente significativa è stata la sinergia con l’Università degli Studi di Milano e il MUSE, che ha messo a disposizione dati e competenze fondamentali per la riuscita del lavoro.
Spiega Barbara Valle, ricercatrice dell’Università di Siena che ha coordinato le ricerche: «A questo lavoro seguirà questa estate un progetto di Citizen Science – “CollembolICE” – coordinato dall’Ateneo senese che mira a coinvolgere operatori e volontari che lavorano sui ghiacciai nella raccolta di questi organismi: tanti sono ancora i ghiacciai da studiare e poco è il tempo a causa del rapido ritiro degli stessi».
Mauro Gobbi, ricercatore del MUSE che ha collaborato alla scoperta di due delle nuove specie rinvenute, aggiunge: «Personalmente ritengo particolarmente interessante segnalare due specie nuove: Vertagopus fradustaensis e Vertagopus psychrophilus, che ho rinvenuto in Trentino e rispettivamente sul Ghiacciaio della Fradusta (Parco di Paneveggio Pale di San Martino) e sulla Vedretta d’Agola (Parco Naturale Adamello-Brenta). Entrambi questi ghiacciai sono prossimi all’estinzione a causa dell’ormai limitata estensione, è quindi doveroso – per noi ricercatori che lavoriamo in ambienti glaciali -descrivere la biodiversità di questi habitat esclusivi, prima che questi scompaiano per sempre, anche perché rimane alta la probabilità di scoprire specie nuove per la scienza. Tali specie sono patrimonio naturalistico della nostra nazione».
Il lavoro è stato reso disponibile in modalità open access, permettendo a studiose/i in ambito accademico e museale, professioniste/i nel settore della conservazione della natura e cittadine/i di accedere liberamente ai risultati della ricerca, in un’ottica di scienza aperta e condivisione della conoscenza.
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