sanità
venerdì 3 Gennaio, 2025
di Davide Orsato
Novanta euro all’ora, in più oltre il regolare stipendio, per aiutare i colleghi che operano al carcere di Spini, ma anche quelli dei punti nascita di Cavalese e Cles. In altre parole, tre delle «aree critiche» della sanità trentina, in cui trovare personale è difficilissimo. Ora, un bando, pubblicato dall’azienda provinciale per i servizi sanitari, tenta una strategia nuova: pagare di più i medici aziendali volontari, che diventerebbero, così, una sorta di «gettonisti interni».
Il bando non arriva a sorpresa. L’intenzione, infatti, era già stata messa sul tavolo, in una serie di incontri con i rappresentanti dei dirigenti medici, dalla Provincia, in quella che era da alcuni stata definita una riedizione del «medico con valigia» proposto nei decenni scorsi. Ma, per l’appunto, questa era la teoria. Il bando la traduce in pratica. Nella determinazione, del dipartimento delle risorse umane, si «tiene conto delle difficoltà riscontrate nel garantire il regolare ed efficiente funzionamento dell’unità operativa di ostetricia e ginecologia degli ospedali di Cles e di Cavalese, dovuta alla difficoltà di reperire professionisti». Lo stesso problema si presenta alla casa circondariale dove risulta difficile «garantire l’assistenza medica — specialistica». Si tratta di vedere, ora, se il bando andrà a buon fine. Trovare medici per le carceri, anche nel resto d’Italia, è una vera e propria sfida. «La situazione di difficoltà — fa sapere la consigliera provinciale Paola Demagri, di Casa Autonomia — è nota e ci è stata presentata anche nel corso dell’ultima visita alla struttura che assieme ad altri consiglieri ho effettuato in autunno. Il problema non riguarda solo i medici ma anche gli infermieri, la cui stragrande maggioranza ha chiesto la mobilità».
Per quanto riguarda i punti nascita di valle la situazione è simile ed è corroborata anche dai dati, freschi di qualche ora relativi ai parti avvenuti nelle strutture del Trentino nel corso del 2024. Soffre in particolare Cles che ha visto un vero e proprio tracollo (-50 parti in meno, in un anno in cui le nascite non sono particolarmente diminuite, un calo che si avvicina al -27%). Molte mamme della val di Non e della val di Sole optano per Trento e Rovereto. La speranza è quella di liberare i reparti di entrambi gli ospedali dai gettonisti, quelli veri, quelli esterni. È una battaglia dichiarata dell’assessore alla sanità Mario Tonina che a novembre aveva rivisto al ribasso le tariffe per i medici a giornata. Ora sono 85 euro all’ora (50 per chi ha meno di due anni di esperienza). Meno, per l’appunto di quanto percepiranno «gli interni». La strada, insomma è tracciata. «Quella di fare a meno dei gettonisti — ribadisce Tonina, contattato telefonicamente — è un obiettivo di legislatura. Ci aiuterà anche il nuovo dirigente generale del dipartimento salute Antonio D’Urso, che ha lavorato in Toscana, regione in cui i gettonisti non ci sono mai stati». Quanto al futuro, vero, dei punti nascita di valle, il dibattito su un’eventuale chiusura rimane su un lontano orizzonte. In primavera ci sono le amministrative, anche a Cles e a Cavalese. Prima di allora, vietato anche solo parlarne.