I dati
venerdì 23 Febbraio, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
I semafori intelligenti installati a Trento, non migliorano solo la sicurezza stradale, ma contribuiscono anche a ridurre la concentrazione di biossido di azoto (NO2), uno dei gas più pericolosi per la salute umana. È quanto emerge dal Rapporto sulla qualità dell’aria 2023, prossimo alla pubblicazione. «Lo scorso anno abbiamo registrato il valore più basso di sempre», spiega Gabriele Tonidandel, sostituto direttore dell’Agenzia provinciale per la protezione ambientale (Appa).
Odore pungente, colore rosso bruno, il biossido di azoto deriva prevalentemente dal traffico auto. Rappresenta una delle cause dello smog, di quella cappa inquinante che sta creando allarme in Pianura Padana. Il biossido di azoto è un gas tossico per i polmoni e può causare diverse patologie: bronchiti, allergie, irritazioni edemi polmonari. Nel 2021 l’Agenzia europea dell’ambiente (Eea) ha stimato oltre 11.200 morti premature in Italia per l’esposizione a NO2, di cui 113 in Trentino. Nei giorni scorsi il Consiglio dell’Ue e l’Europarlamento hanno raggiunto un accordo per azzerare l’inquinamento atmosferico entro il 2050. Per il biossido di azoto si è deciso di ridurre per il 2030 il limite massimo consentito da 40 a 20 microgrammi per metro cubo.
In Trentino la principale stazione di rilevazione è quella del capoluogo in via Bolzano. A partire dal 2009 la situazione risulta in costante miglioramento, ma fino al 2019 la stazione ha sempre registrato una concentrazione di biossido di azoto superiore ai limiti ambientali fissati per legge. «Nel 2020 i valori sono rientrati al di sotto dei limiti per effetto del blocco del traffico collegato alle misure anti-Covid — spiega Tonidandel, sostituto direttore dell’Unità organizzativa tutela dell’aria ed agenti fisici — Nel 2021 abbiamo rilevato un rimbalzo con un valore medio di 38 microgrammi per metro cubo». A seguire nel 2022 il valore è sceso a 35 microgrammi e «nel 2023 è sceso ulteriormente a 32 microgrammi: il valore più basso mai registrato — dice il dirigente dell’Appa — È un trend inatteso: prima della pandemia, per scendere di 2-3 microgrammi ci sono voluti diversi anni».
Le ragioni di questo calo sono principalmente due. «Da un lato il progressivo rinnovo del parco veicoli — spiega Tonidandel — Dall’altro l’impatto dell’installazione dei semafori intelligenti». Cioè sistemi di rilevazione automatica delle infrazioni semaforiche: se passi con il rosso scatta la multa. I semafori sono in funzione da settembre 2022 lungo tutta l’arteria stradale di Trento nord: via Brennero, via Bolzano e via Alto Adige. «I semafori hanno reso il traffico più lento e anche più fluido: due condizioni che comportano una riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti», spiega Tonidandel.
Per quanto riguarda gli altri gas inquinanti, «nel 2023 abbiamo rilevato valori in linea con l’andamento degli ultimi anni», aggiunge il dirigente. Polveri fini (Pm10) e ultrafini (Pm2,5) si mantengono dunque sotto i limiti massimi. Ma i margini di miglioramento sono ancora ampi. Quasi la totalità delle emissioni di polveri sottili — causa di irritazioni, malattie cardiovascolari e tumori — sono dovute alla combustione non industriale, in primis agli impianti di riscaldamento delle case private. «In particolare dalla combustione domestica di biomassa, di legna — specifica Tonidandel — Da diversi anni stiamo lavorando per promuovere buone pratiche, l’utilizzo di stufe più efficienti e la manutenzione delle canne fumarie. A novembre è uscito il primo bando provinciale per i contributi per la sostituzione delle stufe. Per tre anni sono stati stanziati in totale 4 milioni e 700 mila euro: tenuto conto di una media di 2.500 euro a contributo, arriveremo a circa 2mila stufe. Non sono tantissime, ma rappresentano un impulso a inquinare meno».
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