cronaca

sabato 18 Novembre, 2023

Ragusa, bimbo di tre anni strappato alla famiglia preadottiva: per il Tribunale deve tornare con la mamma naturale che ci ha ripensato

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Il piccolo, appena nato, venne lasciato dal padre di fronte a un esercizio commerciale: l'uomo è stato condannato a due anni di reclusione per abbandono di minore

La triste storia comincia il 4 novembre 2020, giorno in cui a Modica, paese siciliano in provincia di Ragusa, viene ritrovato un neonato abbandonato di fronte a un esercizio commerciale. Gli accertamenti ricostruiranno, poi, che in realtà l’abbandono fu inscenato dal padre naturale del bambino, che chiamò la polizia dicendo di aver trovato un neonato in strada.
Dopo il ritrovamento, il neonato fu portato in ospedale, reduce da un parto avvenuto in casa, e miracolosamente riuscì a sopravvivere. Qualche settimana più tardi venne dato in affidamento preadottivo a una famiglia siciliana al di fuori del territorio provinciale.

Il papà condannato per abbandono di minore

In seguito a questa vicenda, il papà del bambino venne condannato a due anni di reclusione per abbandono di minore mentre la madre naturale ha un procedimento in corso, sempre per abbandono di minore, con una prossima udienza in programma a febbraio 2024. Nel frattempo, però, la mamma ha affermato di non aver mai voluto abbandonare il figlio, in realtà, ma di averlo solo affidato al padre per portarlo in ospedale.

Il caso in Tribunale
La questione è arrivata fin davanti alla Cassazione, che ha riconosciuto al Tribunale dei minorenni l’errore di non aver verificato la presenza di genitori naturali e ha disposto la “restituzione” del bambino alla madre naturale entro il 28 dicembre 2023.
La famiglia con la quale il bambino vive ormai da tre anni ha anche aperto una petizione dove sottolinea l’assurdità della decisione di togliere a un bambino di 3 anni «dall’oggi al domani, tutte le sue certezze, il suo mondo, le braccia sicure e il calore di mamma e papà, gli unici affetti che abbia conosciuto».
Il bambino, quindi, entro la fine dell’anno tornerà con la madre naturale e, qualora la famiglia preaffidataria non fosse disposta a «riconsegnare» il minore, il tribunale cita la possibilità di avvalersi delle Forze dell’ordine nel «pieno interesse del minore». Una frase, quest’ultima, che mai come in questo caso suona ambigua e davvero difficile da interpretare.