I dati
sabato 18 Novembre, 2023
di Simone Casciano
Una fotografia parziale di un fenomeno molto più grande. È così che don Lauro Tisi, arcivescovo di Trento, e Fabio Chiari, responsabile Caritas diocesana, definiscono il rapporto annuale sulla povertà redatto dalla Fonazione Caritas Diocesana, sull’operato del 2022, recante un titolo che è anch’esso una missione: «Nessuno indietro». I poveri sono in aumento, questo il dato da cui partire, «ma senza fermarsi lì» esorta don Tisi. «Quando parliamo di povertà parliamo di un concetto astratto – ha detto l’arcivescovo – Quando parliamo di poveri invece parliamo di persone. È importante avere presenti i loro volti, incontrare il loro vissuto e le loro sofferenze».
I dati
Sono state 3.015 le persone in stato di bisogno che si sono rivolte ad uno dei centri di ascolto territoriali della rete Caritas nel 2022. Si tratta di un dato incompleto perché sono stati censiti 28 dei 38 punti. Anche così la fotografia che restituisce è quella di una tendenza di crescita del bisogno. Se il numero è più basso di quello del 2021, allora erano stati 4.400 in un anno ancora fortemente segnato dalla pandemia, il dato schizza alle stelle se preso a paragone con il 2017 quando furono 2.300, una crescita del 30%. E se l’indice di persone a rischio di povertà o esclusione sociale è sceso al 12,15%, l’ondata inflattiva ha avuto un effetto considerevole. Le famiglie che dicono di non essere in grado di far fronte a spese impreviste sono salite dal 21,5% al 36,9%. Basta quindi un problema a trascinare un nucleo familiare che galleggiava negli abissi della povertà e del disagio. Per il Trentino l’incidenza della grave deprivazione nel 2021 era pari al 3,2%; questo significa che circa 17mila individui si trovano in questa condizione. Dal nazionale arriva l’ultima fotografia allarmante: più aumentano i figli a carico più cresce l’indice di povertà assoluta delle famiglie. A queste difficoltà la Caritas risponde con un impegno concreto, grazie al lavoro dei suoi 70 operatori e all’attenzione dei suoi oltre 850 volontari. Nel corso del 2022 la rete Caritas ha erogato complessivamente un contributo economico di 850mila euro, risorse frutto delle donazioni e della solidarietà di singoli ed enti pubblici a sostegno della fondazione. In particolare il fondo diocesano «InFondo Speranza», istituito dopo lo scoppio della pandemia, ha erogato contributi nel 2022 per poco meno di 100mila euro a favore di 73 nuclei familiari. Risorse che sono servite a coprire affitti, spese condominiali e utenze.
Tisi: «Solo la punta dell’iceberg»
«Voglio estendere innanzitutto un grande ringraziamento agli operatori e ai volontari – ha detto don Lauro Tisi – Oggi dobbiamo renderci conto che questi dati sono solo la punta di un iceberg molto più grande. I poveri sono in crescita e non dobbiamo dimenticarci il disagio psichico, la salute, la casa. Sono sempre di più le forme di povertà a cui come chiesa e come società siamo chiamati a dare una risposta».
L’accoglienza
Altro aspetto importante dell’impegno di Caritas e della Diocesi è quella dell’accoglienza. Nel 2022 le persone accolte nelle strutture aperte tutto l’anno sono state 529. Per l’inverno Caritas gestirà 112 posti letto. A Trento sono i 50 della Bonomelli e i 24 del Lavisotto (dove a breve dovrebbe partire anche un progetto di alloggio temporaneo che permetterà fino a massimo 15 persone di vivere per due anni nella struttura costruendo un percorso verso l’autonomia). Altri 38 posti sono disponibili al Portico di Rovereto. Ci sono infine ulteriori 20 posti pronti a Casa sant’Angela a Trento quando l’emergenza freddo sarà più pressante. A questo si aggiunge l’impegno presso la Mensa della provvidenza ereditata a Trento dai frati Cappuccini e l’accoglienza dei profughi ucraini. 65 quelli ospitati in 17 alloggi. «Sono numeri importanti ma non bastano – osserva il referente Caritas Fabio Chiari – Al momento ci sono 20 donne per strada, un dato che non avevamo mai rilevato prima. Questo perché sempre più migranti devono fare riferimento a questi servizi, rimanendo fuori dall’accoglienza. L’auspicio è che la Provincia aumenti quel numero e torni all’accoglienza diffusa. 700 posti sono troppo pochi. Una migliore gestione arricchisce tutta la comunità».
Dall’Ucraina a Molveno
Per testimoniare quanto questo sia vero basta ascoltare la storia di Tetiana. Una donna ucraina presente alla conferenza stampa organizzata al Vigilianum di Trento. La donna è scappata da Kharkiv allo scoppio della guerra in Ucraina. È arrivata in Trentino e, assieme ai suoi tre cani e alla figlia, accolta nella canonica di Molveno. «La mia storia era triste ma è diventata felice qui – ha detto Tetiana – Oggi c’è felicità. Molveno, Don Daniele e la mia amica Rossella sono diventati la mia seconda famiglia. Da quando sono qui ho imparato l’italiano e poi, essendo tamburista, mi sono unita alla banda di paese. Il 26 novembre suoneremo ad Andalo». L’amica Rossella era con lei ieri. «Ho incontrato Tetiana il giorno in cui è arrivata e ci siamo messe d’accordo per delle lezioni d’italiano. Questa piccola donna è una meraviglia, quando entra in bar in paese si accende un sorriso per tutti».
L'inchiesta
di Tommaso Di Giannantonio
L'incidente a San Martino di Castrozza, il padovano di 7 anni è ancora ricoverato all’ospedale Santa Chiara di Trento. Il piccolo era sul mezzo in uso alla Polizia insieme all’amico del papà