Il dibattito

giovedì 2 Gennaio, 2025

Regione, maggioranza e opposizione concordano: «Riformiamo l’ente, più poteri di pianificazione»

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Paccher (Lega) e de Bertolini (Pd) replicano a Kompatscher: «Sì alla riforma, ma per dare un ruolo, non per scavalcare il Consiglio regionale»

Se sul futuro della Regione la visione è comune, le opinioni tra maggioranza e opposizione in Consiglio provinciale sullo stato della trattativa tra le due Province e il governo sulla riforma dello Statuto di autonomia differiscono sensibilmente. Roberto Paccher (Lega) e Andrea de Bertolini (Pd), infatti, concordano su quale dovrebbe essere la funzione futura dell’organo amministrativo regionale: un ente, guidato dal suo Consiglio, con funzioni rinnovate, che si occupi di sviluppare una pianificazione comune su una serie di temi strategici come scuola, sanità, università, turismo e viabilità.
Sulla trattativa con Roma, invece, emergono le differenze, con l’esponente del Carroccio che difende la «strategia della riservatezza» portata avanti dai due governatori, mentre il consigliere dem chiede maggiore chiarezza.
«Coinvolgere le assemblee»
Per quanto riguarda la riforma dello Statuto, in un’intervista a il T (vedi edizione del 31 dicembre) il governatore altoatesino Arno Kompatscher, nonché presidente della Regione, ha spiegato che si confida in una rapida convocazione del tavolo politico con il governo. «Quindi ora è doveroso che vengano coinvolte anche le assemblee democratiche del territorio, ossia i due consigli provinciali e quello regionale», afferma de Bertolini. Secondo il consigliere provinciale del Pd il tempo della riservatezza è finito: «Questo processo riservato aveva posto come obiettivi di ottenere l’intesa e di chiudere la partita nel 2024. Non è successa nessuna delle due cose: l’intesa è saltata, il cronoprogramma anche». Le ultime notizie sono che il tavolo tecnico ha convenuto sul ripristino delle competenze, riportandole al livello precedente alla riforma del titolo quinti del 2001, «ma anche in questo caso ci basiamo sulla fiducia – osserva de Bertolini – Quanto pattuito su quel tavolo non è ancora stato tradotto in un disegno di legge, in una bozza di documento che sia possibile visionare».
Di parere diverso il consigliere provinciale della Lega Paccher: «Siamo convinti che i presidenti Fugatti e Kompatscher — considera — riusciranno a portare a casa i risultati migliori per la nostra Autonomia».
La riforma della Regione
Sul ruolo della Regione, invece, Kompatscher è stato piuttosto chiaro: «Così com’è — ha dichiarato a il T — non serve». Il governatore altoatesino ha rilanciato l’idea di un potenziamento della «collaborazione tra gli esecutivi delle due Province». de Bertolini avanza una controproposta: «Ha ragione Kompatscher a dire che va disegnata una nuova Regione e noi abbiamo fatto proposte precise in merito — spiega — Alcuni temi e competenze devono essere gestiti a livello regionale come già si fa per l’autostrada o l’idroelettrico. Penso alla sanità, alla scuola, all’università e ricerca. Dobbiamo immaginare una Regione con un compito di pianificazione regionale e bi-provinciale, che programma sul medio e lungo termine e lascia alle Province lo spazio per attuare i piani». Una cosa invece non deve succedere: «Se Kompatscher pensa che il futuro della Regione sia quello di un maxi esecutivo, espressione delle due giunte provinciali, allora diciamo no. Siamo contro questa dimensione onnivora degli esecutivi che va a minare il ruolo del Consiglio regionale e del voto espresso dai cittadini».
Il leghista Paccher, che ricopre anche la carica di presidente del Consiglio regionale, propone una visione simile. «Io sogno una Regione in cui si elaborano proposte comuni, linee guide su grandi temi come il turismo, la sanità, la scuola, la mobilità, e poi le due Province si impegnano nella loro realizzazione — considera — Faccio un esempio: le scelte e gli investimenti sulla promozione turistica dovrebbero essere decisi a livello sovra-provinciale. Alla Regione bisogna riconoscere un ruolo maggiore in termini di pianificazione». Secondo Paccher questa trasformazione dovrà essere «al centro di una riforma del Terzo statuto». «Se ne sta già parlando — dice — Il percorso sarà sicuramente lungo, ma c’è un dato politico molto importante: dall’altra parte (cioè a Bolzano) arrivano segnali di apertura, non c’è più un muro ideologico».