L'intervista
mercoledì 19 Giugno, 2024
di Giacomo Polli
Prosegue il «Mountain Beat 2024», festival inaugurato il 15 giugno nel cuore della Val Rendena e nato con l’intento di abbinare il divertimento della musica alla bellezza delle montagne.
Uno degli eventi più attesi della settimana è il concerto in alta quota di Francesco Renga e Nek, due delle voci più autentiche del panorama musicale italiano. La coppia si esibirà questo sabato a partire dalle 17.30 sul Doss del Sabion, a Pinzolo, per quella che sarà la seconda data del loro tour estivo.
È anche – spiega l’organizzazione – la prima volta in cui due cantautori di primissimo livello terranno un concerto in questa particolare località, inaugurando così l’apertura estiva degli impianti di risalita.
Renga e Nek
Tra i profili di maggior successo, Francesco Renga ha recentemente celebrato i 40 anni di carriera con all’attivo otto album di inediti, un album con orchestra e due album dal vivo, vendendo oltre un milione di copie e realizzando più di 1900 concerti. Nek, all’anagrafe Filippo Neviani, ha invece venduto oltre 10 milioni di dischi in tutto il mondo e ha pubblicato 18 album in studio: tra i brani di maggior successo «Laura non c’è» e «Lascia che io sia». I due cantanti, insieme, hanno preso parte all’ultima edizione di Sanremo con il brano «Pazzo di te».
La dolcevita
Sarà una serata, racconta Nek, «dove si entrerà a contatto con la gente grazie ad un concerto veramente rodato al 100 per cento. Un karaoke che supererà le due ore e dove ci sono singoli uno dietro l’altro».
Tra questi anche «Dolcevita», rilasciato ufficialmente lo scorso 31 maggio ed inserito nella versione digitale dell’album «RengaNek». «Abbiamo scelto questo brano perché ci sembrava, tra i tanti pezzi che abbiamo scritto e che non abbiamo inserito nel disco, un pezzo che potesse accompagnarci nel tour. L’abbiamo tenuto lì apposta, perché potesse rappresentarci in questa estate 2024» spiega Nek.
«La dolcevita per noi – aggiunge Renga – è anche fare questo tour. È la cosa che più ci diverte, ci fa stare insieme e fa cantare le nostre canzoni».
Il concerto
Nel corso dell’esibizione, condita da diverse e interessanti particolarità, «ci sarà un bel viaggio temporale — racconta Nek —: addirittura tocchiamo un pezzo dei Timoria fino ad arrivare alla canzone di Sanremo. Ci sono dei momenti in cui il pubblico ascolterà delle ballate, altri in cui non riuscirà a stare fermo e si deve saltare per forza. C’è una dinamica studiata apposta per far sì che le persone siano sempre sorprese nell’ascoltarci, o almeno questo è il nostro intento. Ci sarà inoltre una piccola parentesi in cui ognuno di noi si ritaglia un suo spazio: ci sono dei pezzi di Francesco come ‹Vivendo adesso›, che canto da solo e sembra che quel pezzo sia sempre stato mio».
Una ricetta, questa, che secondo Renga sarebbe il vero segreto del concerto, dove «il pubblico viene e riesce ad assaporare le canzoni cantate ed interpretate dall’altro. Le persone sono sorprese da questo gioco di rimandi e di brani che si scambiano interpretazioni diverse. Si devono emozionare, divertire e cantare. Questo è un tour fatto di hit mie e di Filippo, e in più il fatto che ci sia questa sorprendente idea di scambiarci i pezzi e di cantare ognuno le canzoni dell’altro è un ingrediente in più per far divertire ed emozionare tutti i presenti».
Lavoro di squadra
Un concerto che offrirà dunque due prospettive artistiche differenti ma combinate l’una con l’altra, dando spazio ad entrambe le personalità dei cantanti. «Sarà una strana alchimia ma noi riusciamo sempre a trovare il compromesso ancora prima di metterlo sul tavolo – prosegue Renga – ognuno ha cura anche del bene dell’altro e questo fa sì che ci si trovi anche quando bisogna fare delle scelte. Io faccio una cosa sapendo non tanto che lo faccio per il mio bene ma soprattutto per il bene di Filippo; quindi, diciamo che c’è questo rapporto per cui tutto diventa molto normale e senza nessuna discussione». A confermare il solido rapporto tra i due sono anche le parole di Nek, che spiega: «Francesco mi ha insegnato a prendere con molta più leggerezza questo lavoro. Proprio perché la cosa importante, alla fine, è una sola: non snaturarsi, essere felici sul palco ed essere contenti di fare quello che si fa. Il fatto di poterlo condividere con un’altra persona, di stare con lui, alleggerisce i carichi e questo è un buon modo da utilizzare quando torneremo ognuno ad affrontare le vite soliste. Per me è stata una bella scuola: il modo che ha Francesco di affrontare le cose sicuramente non è il mio modo, io affronto le cose molto più di petto mentre lui è lì che mi dice “ma va, cosa pensi a quella roba lì!”».