Il caso
martedì 11 Luglio, 2023
di Ambra Visentin
Si respirava un clima molto teso ieri alla tanto attesa prova orale della studentessa della classe quinta Q del liceo scientifico Da Vinci, ammessa con riserva all’esame di Stato dal Tribunale amministrativo regionale (Tar). Dopo quasi sei ore di scrutini la commissione ha pronunciato il triste epilogo di questa storia: la ragazza non si è diplomata. La decisione frena così l’inizio degli studi universitari alla facoltà di Economia aziendale, per la quale aveva già passato il test di ammissione.
Per il resto della classe gli esami di maturità si sono conclusi già la settimana scorsa, tra le grida entusiaste dei compagni che fuori, armati di bottiglie di spumante, attendevano di festeggiare gli amici che man a mano terminavano l’ultima prova, il test orale, di fronte alla commissione mista composta da quattro esaminatori esterni, fra cui la presidente e tre professori interni.
Ieri, invece, fuori ad attendere c’era una pesante cappa d’afa, mentre nei corridoi dell’istituto si sentiva appena qualche voce sussurrare. Nell’atrio il personale Ata era stato istruito a «tenere lontano i giornalisti», nonostante il carattere pubblico degli esami.
Uno degli accessi ai piani superiori era chiuso da un cancello in ferro. Nell’aula dell’esame al secondo piano si trovavano la famiglia, i due avvocati Filomena Alaia e Gian Paolo Sardos Albertini e un gruppo di insegnanti del Da Vinci che hanno deciso di assistere alla prova. «Siamo venuti come testimoni e per far sentire ai docenti della commissione il nostro appoggio – ha commentato una delle docenti presenti – su di loro c’è una certa pressione».
Da quando il Tar ha ammesso la liceale all’esame, «con riserva», la decisione del Consiglio di classe di non ammetterla alla maturità e l’operato della scuola, alla quale viene recriminato di non aver fornito sufficienti corsi di recupero durante l’anno, sono stati messi in discussione.
Al termine della prova la ragazza è stata accolta da una compagna di classe, l’altra studentessa che non era stata ammessa all’esame e dalla famiglia. Il padre della giovane l’aveva accompagnata anche durante gli scritti. Ieri, al termine dell’esame, ha nuovamente chiesto al personale scolastico di garantire al gruppo un’uscita discreta per lasciare il liceo lontano da occhi indiscreti.
Antonella Finotti, la rappresentante dei genitori nel consiglio di classe, è giunta a scuola a metà mattinata per chiedere aggiornamenti sui risultati d’esame. La dirigenza aveva deciso, infatti, di sospendere gli scrutini finali di tutti gli studenti della quinta Q fino a ieri, di modo da poter pubblicare i voti «in concomitanza». Per lo stesso motivo, i risultati delle prove scritte della ragazza non sono stati esposti in bacheca «per impedire estrapolazioni», ha spiegato la dirigente Tiziana Rossi. La scuola, dunque, non ha voluto dare il nome della studentessa perché «già sottoposta ad un notevole stress».
I genitori della classe quinta Q «sono rimasti sorpresi dalla decisione – commenta Finotti – Sono anche un po’ scocciati dal ritardo della pubblicazione dei voti in quanto hanno bisogno di conoscere il risultato complessivo per finalizzare l’iscrizione all’università dei propri figli».
Per quanto riguarda lo svolgimento di esame e scrutinio la preside Tiziana Rossi commenta: «Nonostante la situazione fosse difficile la commissione ha saputo mantenere l’equilibrio e la lucidità, gestendo l’esame con grande senso di responsabilità. La valutazione è stata raggiunta con obiettività ed equità. In questo senso, avere una commissione in parte esterna aiuta a chiarire situazioni delicate come questa. Ora l’iter resta quello giuridico».
L’udienza collegiale del Tar è fissata per il 27 luglio per discutere la richiesta di sospensiva della decisione di non ammettere la ragazza all’esame. Ma, ormai, l’esito della prova suppletiva sembra aver risolto la questione.