Il parco faunistico

sabato 1 Aprile, 2023

Riapre il Belpark. E arriveranno i cervi

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Gli animali si aggiungeranno a lupi, orsi, volpi e gufi reali. Cinquantamila i visitatori lo scorso anno

Ha riaperto oggi, sabato primo aprile, il parco faunistico Belpark, una vasta superficie di oltre cinque ettari immersa nel bosco racchiuso tra Spormaggiore e Castel Belfort. Fino a giugno il parco sarà accessibile ogni fine settimana. Due le novità di quest’anno: il nuovo recinto per i cervi, che arriveranno però tra qualche settimana, e una nuova attrazione per i bimbi, una grande costruzione in legno con scale e scivoli a forma di uno degli animali del parco, che va ad aggiungersi ai giochi già esistenti.

Sono nove i recinti che ospitano orsi e i carnivori delle Alpi, oltre alla fattoria didattica con tanti animali da cortile. Ma già si sta lavorando per l’apertura di un nuovo recinto che, dal prossimo anno, ospiterà gli stambecchi. La riapertura del parco coincide con la presentazione dei dati di bilancio del 2022 che ha chiuso con un utile d’esercizio di 16 mila euro. I visitatori sono stati 50 mila, per un incasso, fra biglietti d’ingresso e bar, che ha superato i 480 mila euro. In totale sono 12 i lavoratori stagionali che si alternano nella custodia e nella gestione della srtruttura. Il Belpark non è un semplice luogo in cui gli animali selvatici vivono in semilibertà, come ci dice il presidente Andrea Marcolla. È oggi una struttura finalizzata alla conservazione della diversità biologica del pianeta e alla sopravvivenza di specie animali in via di estinzione, con un centro per la formazione scientifica e l’educazione ambientale. «L’educazione, la conservazione e la ricerca scientifica – aggiunge Marcolla – sono alla base dell’attività quotidiana svolta dal nostro parco che prende parte attiva a programmi di conservazione di diverse specie animali, contribuendo a progetti di ricerca a livello nazionale e internazionale».

Nel parco vivono due gufi reali, nove lupi, tre volpi, un capriolo, un gatto selvatico, tre linci, due lontre, due orsi e, l’ultima ad aggiungersi in ordine di tempo a questa famiglia, una renna. Sono gli orsi, però, a tener banco e tanti visitatori si chiedono come mai non ci sia anche l’aquila, simbolo della fauna alpina proprio assieme all’orso. «Ci stiamo pensando – osserva Marcolla – però bisogna costruire una grande voliera che resista alla neve». Il parco fu costruito attorno al recinto degli orsi che la Provincia realizzò nel 1994; esattamente dieci anni dopo, iniziarono i lavori di costruzione e, anno dopo anno, lo zoo alpino di Spormaggiore si ampliò sempre più. Dal 2013 il Belpark è stato inserito nell’elenco dell’Unione italiana degli zoo e degli acquari e dal prossimo anno si accinge a raggiungere traguardi di notorietà internazionale ancora più prestigiosi. La srl che gestisce il Belpark è una società mista di cui il Comune di Spormaggiore possiede la maggioranza con il 53% delle quote.

La legge impone che un ente pubblico non possa controllare una società a capitale «misto»: ecco quindi che dopo alcuni anni di trattative, l’amministrazione comunale sta ultimando l’iter per l’acquisto di tutte le quote dei soci privati trasformando cosi la forma giuridica di Belpark in una società in house. Con questa operazione il parco faunistico potrà accedere a una serie di contributi sulla ricerca previsti dal ministero per l’Ambiente, ampliando la sua superficie con altri recinti, costruire il ristorante e altre strutture già in programma, ma che per mancanza di risorse finanziarie (specie con la pandemia) non sono state realizzate.