L'ipotesi
lunedì 5 Giugno, 2023
di Redazione
È notizia di questi primi giorni di giugno quella che vede la probabile sospensione delle ricerche e dei soccorsi durante la notte nelle zone dove è segnalata la presenza dei Grandi carnivori. Una notizia che ha ovviamente fatto eco tra i giornali e in piazza. A proporlo sarebbe proprio il dirigente dei dipartimenti Protezione civile trentina, Foreste e Fauna, Raffaele De Col. Un’ipotesi che lascia profondamente amareggiati animalisti e ambientalisti, il cui coordinamento dichiara: «Siamo alla follia: l’ennesima azione di propaganda politica, stavolta pure a discapito della salute e sicurezza di persone che potrebbero avere bisogno di aiuto».
È una proposta che ha lasciato l’amaro in bocca a molti, non solo agli attivisti. Questi ultimi, però, rimarcano su come questa decisione, se confermata, possa configurarsi come un: «Nuovo ed immotivato allarmismo provocato dalle dichiarazioni in particolare del titolare della gestione faunistica De Col». E anche per questo il coordinamento delle associazioni animaliste e ambientaliste trentine (Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, Paneppaa, Wwf) ne chiede le dimissioni.
«In contesti di ricerca – spiegano ancora dal coordinamento – con grande impegno di uomini e mezzi la fauna selvatica di qualsiasi specie si tiene molto distante da movimenti che percepisce come un pericolo: viceversa, donne e uomini del Soccorso alpino quotidianamente mettono anche eroicamente a repentaglio le proprie vite per salvarne altre (ricordiamo che 62 persone sono morte lo scorso anno tra le montagne del solo Trentino: quante sarebbero state le vittime per rischi legati a frane, valanghe, inesperienza, senza la disponibilità totale e completa dei soccorsi?), in condizioni infinitamente più rischiose di quelle che la fugace presenza di orsi e lupi crea, a qualsiasi ora del giorno e della notte». Pur non mettendo in dubbio le conoscenze di De Col in merito al funzionamento della Protezione Civile, gli animalisti ritengono che il dirigente non possa occuparsi della gestione della fauna selvatica.
«Il desiderio di limitare gli interventi notturni a causa della presenza dei grandi carnivori è una assurdità come poche, prima di tutto per la sua inapplicabilità pratica – prosegue il coordinamento -: quando inizia e finisce la notte? Se è nuvoloso e fa buio prima, in estate e in inverno? Che succede poi a chi fa i censimenti notturni della fauna selvatica? E a chi pratica la caccia al cinghiale in ore notturne? Per non parlare delle escursioni organizzate in notturna: anche queste attività verranno fermate? Bloccare tutto questo rappresenterebbe una utile soluzione solo a chi non aspetta altro che usare questi pretesti per fare propaganda sulle libertà delle persone e sulla pelle della fauna selvatica, per distrarre dalle proprie oggettive colpe: la mancata formazione ed informazione della popolazione è un fatto che dovrebbe essere affrontato di petto approvando un piano di comunicazione serio, e non perdendo tempo con futili proclami».
La proposta sullo stop ai soccorsi notturni nelle aree popolate dai Grandi carnivori che circola sui giornali da qualche giorno, vede una fascia «delicata» che va dal tardo pomeriggio alle prime ore del mattino, nei momento ovvero dove la luce naturale scarseggia.