Famiglia e scuola

giovedì 5 Settembre, 2024

Riva, Alice: «Io, mamma di nove figli, un’impresa portarli a scuola»

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Vettore Carraro: «Sono cambiate le norme per ottenere il trasporto dei bimbi. E manca ancora molto personale scolastico di segreteria e diversi insegnanti per le lezioni»

Settembre, si torna in aula e ieri è stato il primo giorno per la scuola dell’infanzia, ma imminente è l’avvio degli altri gradi formativi tanto che per i genitori sono giorni di fibrillazione con i primi problemi che stanno già emergendo come le difficoltà di organizzare il trasporto dei propri figli e l’acquisto del materiale perché in diversi istituti maestri, insegnanti e professori non sono ancora stati trovati e, conseguentemente, la lista dei materiali che i loro alunni dovranno avere non è ancora stata decisa. Un problema non di poco conto, visto che le offerte scolastiche sui materiali sono attive in questi giorni prima dell’avvio delle lezioni. «Non avere le informazioni corrette – spiega Alice Vettore Carraro, mamma di nove figli e presidentessa della consulta della famiglia oltre che residente altogardesana crea dei disagi sull’acquisto dei materiali, perché è in questo periodo che ci sono gli sconti. Inoltre, in questi giorni, nelle scuole locali, ho potuto constatare – continua Vettore Carraro – che manca ancora personale, sia di segreteria che non risulta spesso attiva proprio perché senza personale, sia per quanto riguarda la ricerca di maestri e insegnanti che non sono ancora stati trovati per tutte le classi. Questa situazione è abbastanza destabilizzante». Soprattutto se si hanno più figli e magari in più scuole di grado diverso e dislocate in diverse zone della città.


Ed è proprio qui che emerge il secondo e forse principale problema di questo avvio d’anno scolastico altogardesano: il trasporto scolastico o scuolabus. «È un problema diffuso e che sta coinvolgendo diverse famiglie anche quelle con esigenze speciali perché hanno bambini e bambine con difficoltà motorie – spiega Vettore Carraro -. Il problema maggiore lo ho riscontrato nella primaria ed ha comportato per diverse famiglie il respingimento della richiesta di trasporto scolastico. Il fatto è dovuto a un cambio dei parametri che consentono l’ammissione alla richiesta». Parametri che sono stati portati da un limite di 500 metri tra la residenza del bimbo e il plesso scolastico, a un chilometro. «Parliamo di bambini dai 6 anni e mandarli da soli a scuola per un chilometro non è poca cosa – spiega Vettore Carraro – anche perché tutto dipende dalla tipologia di strada che devono affrontare. Nel mio caso, per esempio, non è una strada adatta e il servizio di scuolabus sarebbe essenziale. E quello che preoccupa maggiormente è che questi parametri sono cambiati anche per le famiglie che hanno bisogni speciali con bambini che magari hanno delle difficoltà anche importanti». Spetta quindi ai genitori portare i proprio figli a scuola. Atto non semplice, soprattutto con più figli, di età diverse, in plessi distinti. Come per mamma Alice che con 9 figli, la più piccola di 4 anni (scuola dell’infanzia) e il più grande di 21 (università) è pienamente a conoscenza delle numerose difficoltà del connubio scuola-lavoro-famiglia. «Un grande aiuto sarebbe proprio quello di avere un trasporto scolastico – chiosa Vettore Carraro – magari gestito da una cooperativa, che sia per tutti, che permetta di portare i bambini a scuola se abbastanza lontani, e magari che venga strutturato anche per portare dalle scuole ai luoghi di interesse dove si svolgono le principali attività del doposcuola». Infine un suggerimento sul bonus sportivo (AttivaMente ndr): «Un miglioramento sarebbe quello di introdurre la possibilità di variare l’importo su base Isee o Icef in modo tale da aiutare chi ne ha più bisogno».