domenica 23 Febbraio, 2025
di Leonardo Omezzolli
Non è stata una decisione semplice, ma alla fine Carlo Modena ha accettato di candidare a sindaco della città di Riva per la coalizione di centrodestra moderato, ossia con il sostegno di due civiche non meglio precisate, Lega, Forza Italia e Lista Spinelli. Inevitabilmente ciò comporta la dimissione con un anno di anticipo dalla presidenza di Gestel, scranno parecchio ambito e che potrebbe compensare alcune delusioni elettorali, ma questa sarà un’altra delicata partita visto che l’operato dell’ente è prezioso e nessuno ha intenzione di incidere negativamente sugli introiti che con massima efficienza l’ente recupera per conto dei Comuni associati. «È ufficiale – sintetizza Modena – ho accettato». La candidatura di Modena, però, ha già sollevato malumori a partire dai sostenitori di chi voleva candidata Cristina Santi.
Molti speravano in Santi
Tanti i messaggi rivolti alla stessa prima cittadina nel post in cui si annuncia il nome di Modena: «Carissima Cristina – scrive il sostenitore Alessandro Dolce – io speravo fino all’ultimo che cambiassi idea». «Mi spiace – prosegue Riccardo Bonora – che tu non ti candidi». E ancora «Mi spiace Cristina – riporta Cinzia Arcidiacono – spero che in futuro ti ricanditi». Santi ha poi precisato che lei sarà comunque candidata in lista Lega.
Frizioni nel Carroccio
Sul nome di Modena i malumori serpeggiano anche in seno alla Lega stessa. Su tutti storcono il naso il presidente del consiglio comunale di Riva Salvatore Mamone e l’assessore Luca Grazioli: «La candidatura di Modena sembra più un tentativo di destabilizzare il centrodestra che una reale proposta politica – ragionano apertamente Grazioli e Mamone. È evidente che un simile approccio non solo frammenta l’elettorato, ma mina anche le possibilità di una competizione seria contro la sinistra. In un momento in cui un’alleanza forte sarebbe stata cruciale, questa candidatura appare come un ostacolo piuttosto che un’opportunità. La vera sfida sarebbe stata unire le forze, non disperderle per personalismi che favoriscono solo gli avversari. Peccato. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità». Affermazioni di un certo peso che mettono ancor più in luce come il centrodestra moderato sia tutt’altro che unito e compatto e rendono palesi le perplessità nella scelta di assumersi l’onere di accettare l’investitura e presentarsi come candidato sindaco di Modena. Il quarto candidato sindaco è quindi ufficiale e ora si attende la posizione di quel nuovo polo civico di matrice molinariana che fa capo a Maria Pia Molinari figlia di Claudio Molinari. Realtà che in queste ore è corteggiata sia dal fronte del centrodestra a trazione Patt e Fratelli d’Italia, sia dalla compagine moderata. Tutto sta nel capire se le trattative in corso porteranno ad un «arrivederci» al ballottaggio o se invece, come entrambi gli schieramenti auspicano, si possa giungere ad un patto a sostegno della coalizione (ognuno per la propria ndr).
La ricetta di Modena
«La candidatura è nata quasi per scherzo come possibilità di un nome che avesse potuto tenere unito quel tavolo – racconta Modena – e a cui avevo espresso la non intenzione a candidare. Però c’è stato un momento in cui si è pensato che si potesse tenere unito e aggregare tutti. Non so cosa sia successo – spiega Modena -. Non ho vissuto di persona quei personalismi e la mia passata adesione ad un ecosistema politico moderato, visto anche la nascita di un nuovo elemento moderato, ha riportato l’attenzione sul mio nome. Ora però va tirata una linea – ammette Modena -. Dobbiamo puntare ad essere il più vicini possibili. Va capito che chi sta partecipando alle elezioni si mette in gioco perche vuole amministrare e questo deve essere l’obiettivo e il motivo del confronto. Serve un messaggio di moderazione. Mi auguro vivamente che non sarà una guerra di religione tra noi. Detto questo mi dimetterò da Gestel com’è giusto che sia, lo avrei fatto anche con la semplice candidatura del 4 maggio».
Il progetto
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