Il caso

venerdì 12 Maggio, 2023

Riva e il caso ex Cattoi, parla l’assessore Malfer: «Critiche a sproposito»

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L'esponente della giunta rivendica il suo lavoro: «Non facciamo urbanistica a francobolli. Si stracciano le vesti quelli che avevano applaudito il piano Cecchetto che prevedeva 62 alloggi e 2 mila metri di commerciale»»

«Sarebbe bello che tutti coloro che parlano della variante 13 e dell’area Cattoi, prima di farlo almeno la leggessero. È tempo e ora che l’onestà intellettuale prevalga sulle chiacchiere». Mauro Malfer, assessore all’urbanistica, ha voluto mettere in chiaro alcune questioni di base, anche per mettere a tacere uscite poco felici che non corrispondono alla realtà. A partire dall’accusa di Gabriele Bertoldi che ha accusato l’assessore di immobilismo per due anni e di eccessiva fretta adesso. «La commissione urbanistica si è riunita oltre 25 volte, la variante 15 è chiusa, abbiamo lo studio paesaggistico di Nunes e ora la variante 13 che ha bisogno di tempistiche precise e certe e comunque ha risolto un problema che durava da 40 anni. Non mi pare proprio che siamo stati con le mani in mano. Il 18 abbiamo un consiglio comunale informale per la questione delle incompatibilità e poi il 25 un consiglio formale. Stiamo andando avanti, perché c’è il rischio molto concreto che tutto quanto dovrà essere affidato a un commissario e quindi i tempi si allungheranno inevitabilmente. La mia speranza è che entro l’anno si possa chiudere e vedere al più presto il parco all’ex Cattoi: entro 6 mesi dall’adozione».
Ma Malfer va oltre. «Qualcuno si lamenta degli alloggi che rischiano di andare ad aumentare il numero delle case per vacanze sul lungolago. La cosa mi fa ridere, perché sono le stesse persone che applaudivano il piano Cecchetto che prevedeva 62 alloggi, 2000 metri di commerciale lungo viale Rovereto e 180 parcheggi in fascia lago. Per questo chiedo maggiore onestà intellettuale: con questo accordo stiamo portando alla città un parco che vale il 78 per cento dell’area in questione, direi che è un buon accordo. Ah, qualcuno si lamenta che poi quel parco lo dovrà mantenere il Comune, sostenendo che si doveva costringere il privato a prendersi in carico la manutenzione. Ma sono questi i problemi di quell’accordo? E se tutta l’area fosse diventata pubblica, chi lo avrebbe gestito il parco? Stiamo parlando di poche migliaia di euro, non fanno certo la differenza in questo contesto. Una bufala anche i 17 metri di altezza degli edifici: nell’accordo non c’è scritto da nessuna parte che saranno alti 17 metri, ma 4 e 5 piani».
Qualche critica è arrivata anche dalle categorie economiche, nello specifico dagli albergatori. «Anche qui, dov’erano le categorie economiche quando quell’area si poteva comprare per 5 milioni? Non credo fossero senza le risorse sufficienti per fare quell’operazione. E all’Apt che si lamenta che mancherà uno spazio per fare il bike festival, cosa dovrei rispondere? Si chiude una partita che in 40 anni nessuno ha saputo risolvere e il problema dovrebbe essere dove fare il bike festival? Pure l’Apt avrebbe potuto comprarsi quell’area. Ma secono alcuni la dovrebbe comprare adesso il Comune. Avevo anch’io pensato all’esproprio, ma il costo certificato di 550/600 euro al metro diventava improponibile. Col rischio, poi, di doverlo spiegare alla Corte dei Conti».
Per Mauro Malfer di fondo manca un approccio serio all’urbanistica. «Io sono per un sistema, non per i cosiddetti interventi a francobollo, slegati gli uni dagli altri. Ci deve essere una logica complessiva: non a caso ci sono i piani provinciali, della comunità e i Prg comunali. Che non possono viaggiare per conto loro e devono essere connessi. Ecco perché abbiamo un’idea di fascia lago e non solo dell’area Cattoi».