la polemica

lunedì 1 Luglio, 2024

Riva, il divieto di giocare a palla in spiaggia divide: «Si pensa solo ai turisti e si scordano i giovani»

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Polemica sull'ordinanza del Comune, in vigore fino al prossimo 28 settembre, che vieta l’utilizzo del pallone da Punta Lido a Porto San Nicolò

Tramite un’ordinanza in vigore da ieri fino al prossimo 28 settembre, il Comune di Riva del Garda ha vietato l’utilizzo del pallone in tutte le proprie spiagge, da Punta Lido a Porto San Nicolò, ai fini di garantire a famiglie e turisti un’esperienza il più positiva possibile. Stando a quanto riportato dal Comune rivano, infatti, l’ordinanza è stata emanata a seguito di numerose lamentele arrivate da esercenti, bagnanti e frequentatori abituali che sarebbero stati ripetutamente disturbarti da alcuni gruppi di ragazzi impegnati a giocare a pallone. Il divieto, tra chi è favorevole e chi invece vede il tutto come una limitazione, ha scatenato pareri contrastanti. Tra questi quello di Pio Principio, gestore del bar nella spiaggia dei Pini, che ha spiegato: «Ordinanza giusta, gli spazi per giocare a pallone comunque ci sono, non mancano. Ad esempio alla Miralago, dove si può usare il pallone senza alcun tipo di problema. La spiaggia dei Pini, invece, è frequentata da tantissimi turisti e le cose non potrebbero convivere. Quindi o si sceglie di giocare a pallone, con le altre persone che non possono godere della spiaggia, o come in questo caso si scelgono le persone e chi vuole giocare può farlo negli spazi predisposti. Personalmente ho ricevuto lamentele da parte di molti turisti e clienti quasi quotidianamente, costretti ad abbandonare la spiaggia perché impossibilitati a prendere il sole e rilassarsi. Finché c’è un pallone potrebbe anche andare bene, ma quando diventano venti o trenta occupando l’intero suolo è un problema: sembra un campo da calcio. Ci sono famiglie, bambini e anziani, mi sembra assurdo debbano rinunciare a rilassarsi e a godere del lago. Capisco anche i ragazzi, ma gli spazi per giocare ci sono altrove. Non capisco perché dovrebbero stare qui in spiaggia. È un’ordinanza giusta – conclude Principio – anche nel resto d’Italia questi luoghi subiscono certi divieti».
Opinione diversa, invece, quella di un giovane presente in spiaggia nel primo giorno di divieto: «Capisco le necessità date dalla presenza dei turisti, che sono la prima risorsa del nostro territorio. Allo stesso tempo, però, è un peccato per i tanti ragazzi che ogni anno si divertono qui. Giocare a palla in spiaggia è molto comune e probabilmente non è così invasivo come viene descritto da alcune persone. Spesso queste attività vengono svolte in zone della spiaggia meno frequentate o comunque lontane dalla presenza di turisti, famiglie o anziani. Le vecchie generazioni accusano i giovani di stare troppo al cellulare e sprecare il loro tempo appresso ad uno schermo, poi nel momento che tanti ragazzi escono, vanno in spiaggia e si divertono vengono limitati. Certo, lo spazio per giocare c’è in altre zone, ma non sempre è libero e non tutti possono utilizzarlo. Capisco l’ordinanza ma avrei agito diversamente – continua Luca – magari senza allargarla all’intera sponda ma solo in alcune aree, dove le famiglie e turisti avrebbero potuto rilassarsi. Qui invece la scelta è solo in una direzione e lascia un po’ l’amaro in bocca». «Capisco l’ordinanza – aggiunge l’amica Anna – che è volta a salvaguardare la tranquillità dei turisti, però per molti la spiaggia è un luogo di ritrovo, dove vedere amici e conoscere nuove persone. In questo lo sport può aiutare, creando socialità. Nei campetti adibiti va solo chi è davvero interessato, non tutti. Mentre in spiaggia è più probabile che certe persone possano divertirsi con il pallone. Avessero imposto il divieto solo in alcune zone, forse, sarebbe stato un buon compromesso. Così si prediligono solo i turisti, dimenticandosi, come spesso accade in questo paese, dei giovani