Scuola

sabato 24 Dicembre, 2022

Riva1, petizione dei genitori per salvare la settimana lunga

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La decisione di introdurre il modulo a 5 giorni alle Damiano Chiesa ha sollevato le proteste delle famiglie. La giunta: «Non è motivo di risparmio energetico, anzi avremo problemi per la mensa»

Una petizione delle famiglie e una presa di posizione da parte dell’assessore alla scuola della giunta Santi, Silvia Betta. La decisione dell’istituto comprensivo Riva 1 di cancellare la “settimana lunga” dal programma didattico della scuola media Chiesa, registrata ieri dal nostro giornale, ha sollevato un polverone. «La cosa da chiarire subito – inizia l’assessora Betta – è che dietro questa decisione non c’è assolutamente alcuna questione di risparmio energetico sollecitata dal Comune. Anzi, per quanto ci compete noi abbiamo rispettato le direttive nazionali ed abbiamo abbassato il termostato di un grado, quindi non abbiamo mai chiesto alcun tipo di razionalizzazione. Devo, viceversa dire, che questa decisione potrà invece aggravare il problema energetico, visto che con la presenza della mensa le ore di calore dovranno essere aumentate».
Ora l’assessore ha in mano la petizione presentata proprio ieri da un gruppo di famiglie che contestano alla scuola una decisione che ha molte controindicazioni. La petizione va subito nel merito della questione e spiega il perché della non condivisione dell’operato della dirigente scolastica. La firma è delle famiglie di alunni degli ultimi tre anni della scuola elementare di Sant’Alessandro che vorrebbero frequentare la scuola musicale inserita nelle Damiano Chiesa. In un sondaggio interno, inoltre ben 23 famiglie della quinta elementare avevano espresso la preferenza per il “modulo” attuale, cioè le lezioni sui sei giorni. Un numero sufficiente da solo a istituire una sezione, «a cui vanno sommate – dice la petizione – le eventuali domande provenienti dalle Pernici e da Nago Torbole. La scelta espressa dalle nostre famiglie era frutto di una scelta educativa ben ponderata che vedeva nella distribuzione oraria su sei giorni la scelta migliore per il benessere dei propri bambini, magari impegnati il pomeriggio in altre attività. Non possiamo nemmeno restare indifferenti davanti alla necessità di alcune famiglie con figli Bes di beneficiare di un tempo scuola rispettoso delle esigenze del proprio figlio». La decisione della scuola crea problemi anche a chi vuole iscriversi allo Smim. Gli strumenti a disposizione sono solamente quattro e chi studia uno strumento diverso deve continuare a studiare fuori dell’orario scolastico, aumentando così i carichi di lavoro. Se poi i ragazzi fanno magari qualche altra attività allora la cosa si fa davvero insostenibile. «Non abbiamo mai considerato – conclude la petizione – questo tempo scuola come “migliore” o elitario ma semplicemente crediamo che la possibilità di mantenere un’offerta formativa diversificata possa essere un valore aggiunto per l’istituzione scolastica ed un segno di attenzione di fronte a un’utenza variegata come quella dell’Alto Garda, zona a forte vocazione turistica, dove i ritmi e gli orari dei lavoratori è sicuramente diverso da quello di altre località».
Silvia Betta porterà questa petizione in Provincia e la consegnerà all’assessore Mirko Bisesti. «Non c’è dubbio – dice la delegata alla scuola – che la decisione spetta in completa autonomia all’istituzione scolastica. Ma alcune cose, da parte nostra, vanno chiarite, visto che al Comune spettano alcuni aspetti organizzativi. Sono convinta che il compito principale sia quello di rispondere alle esigenze dell’utenza. Non possono essere addotte questioni di risparmio energetico e di organizzazione dei trasporti: mai è arrivata una lamentela per il servizio di trasporto degli studenti e dal Comune non è mai arrivata una richiesta di riduzione di giorni per risparmiare su luce e riscaldamento. Anzi, paradossalmente, questa decisione va ad aggravare un problema, quello degli spazi per la mensa. Oggi, e in via provvisoria, il Comune ha messo a disposizione la sala Langer proprio per carenza di spazi per la mensa alle Damiano Chiesa. Se aumentano i giorni e i turni di mensa (si passerà da 2 a 3), quella soluzione non può più considerarsi provvisoria. Anzi, dovremmo cercarne una definitiva. E al momento una soluzione non c’è».