la storia

martedì 22 Aprile, 2025

Robert e la scelta di vivere in auto: «Il mio capo mi disse: “Ehi coso, vieni qui”. Mi licenziai e consegnai le chiavi di casa. Ora sono libero»

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Il 31enne vive nel suo van a Trento ed è un fenomeno su TikTok. «Sono attrezzato per cucinare, ora ho un lavoro. Ho detto basta allo stress e alla frenesia»

Trentuno anni, in Trentino da quando ne aveva sette, Robert da un anno e mezzo a questa parte ha scelto di vivere in auto. Una vettura datata, la sua, con oltre 200mila chilometri, riadattata per renderla più confortevole possibile, allestita per ricavare spazi che fungono da dispensa e armadio, con vano cucina e notte. E una potente powerbank per ricaricare tutti i dispositivi. Lui, che nel tempo ha lavorato come barista, autista (anche del mezzo della biblioteca di Trento) e operaio, non lo ha fatto perché sfrattato da casa o costretto da ristrettezze economiche. No. A detta sua «per non dover lavorare per pagare affitto e bollette, per non dover sottostare allo stress». Un lavoro che ora cambia spesso ed è saltuario, per guadagnare giusto il necessario. «Così ho più tempo per me, sono libero e non in gabbia, non più un criceto in una ruota» spiega il ragazzo, origini romene, faccia pulita e occhi azzurri (uno verde e uno azzurro precisa sorridendo ndr), «timido ma anche logorroico» racconta di sé, con intercalare e accenti acquisiti in giro per l’Italia, da nord a sud. Una vita, la sua, raccontata al programma tv «Le Iene» e condivisa su TikTok, tra video e dirette, dove conta oltre 93mila follower.

Robert, a cosa è dovuta questa tua scelta radicale? A una crisi?
«Un anno fa lavoravo in fabbrica in zona Valsugana, stress e poco tempo per me. E gran parte dello stipendio che andava in affitto e bollette. Ricordo il giorno in cui il mio superiore mi disse: “Ei, coso, vieni qui”. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Mi sono licenziato, nonostante la prospettiva di un contratto a tempo indeterminato. Ho riconsegnato le chiavi dell’appartamento e ho iniziato a vivere in auto e a viaggiare. Mi sentivo in gabbia, con la sensazione di non vivere mai davvero. Intossicato dal vizio della PlayStation, distratto dai social, bombardato dalle notizie negative della tv. Tutto un ulteriore stress, maggiore ansia».

Hai mollato tutto così, senza preoccupazioni?
«All’inizio qualche paura l’avevo ma per me è stata una liberazione, l’ho spiegato anche alla mia famiglia. Ora sono felice. Ho detto basta alla vita frenetica e trovato un mio equilibrio tra dovere, soldi e il riconnettermi con me stesso, combinando ciò che mi piace. Senza per forza mettere radici, spesso vivendo in contatto con la natura, con il piacere di accendere un fuoco all’aperto. C’è chi non dorme la notte perché non è in grado di pagare le bollette, chi mi dice che vorrebbe fare come me ma la verità è che ci vuole coraggio per cambiare così».

Ma sei fisso a Trento o giri?
«Ora sì, ho un lavoro da operaio qui, a settimane. Ma viaggio e mi sposto di continuo, spesso dove mi offrono lavoro, come ha fatto il responsabile di una vetreria di Battipaglia, Salerno, che mi segue su TikTok. L’occasione, per me, di conoscere luoghi, persone, sapori, come i paesini pugliesi che profumano di olive. Ho sempre viaggiato abbastanza, mia mamma mi ricorda che fin da piccolo andavo all’avventura, ma esperienze così mi hanno cambiato, aperto la mente».

Pensi che prima o poi ti fermerai e troverai una sistemazione?
«Se devo essere costretto non mi fermo. Potrei farlo una volta trovato il mio posto, il mio lavoro e la compagna, insomma il mio ecosistema. La verità è che non mi sono dato scadenze. Non escludo nemmeno di acquistare un terreno per starci con il mio van o camper».

C’è qualcosa in particolare che ti manca della quotidianità di prima?
«Senza dubbio il bagno. Per le impellenze, ma in quel caso va bene anche la natura, ma soprattutto per lavarmi. Cerco locali che siano aperti a tutte le ore, utilizzo i servizi degli autogrill, mi abbono alle palestre dove mi trovo in quel periodo. La regola è comunque quella di seguire i camionisti. Se si fermano vuol dire che lì hanno ciò che cerco anch’io».

Il frigo? Ne esistono di portatili.
«Faccio senza, anche d’estate mi faccio andar bene le bibite non ghiacciate. Ho imparato a fare la spesa di volta in volta, un’abitudine acquisita ancora in tempo di covid».

Per cucinare invece sei attrezzato..
«Sì, ho tutto quello che mi serve: fornello da campeggio, pentole, dispensa, moka. Ho pure il guanto in silicone per non scottarmi, me lo hanno consigliato alcune follower. Cosa cucino? Pasta al tonno o all’amatriciana. E a mamma chiedo qualche piatto romeno».

Anche per la notte sei equipaggiato?
«Sì, ho coperte e un ulteriore materasso che ho aggiunto nell’abitacolo in cui ho tolto i sedili posteriori. Per l’inverno ho anche il sacco a pelo. Sopporto meno i giorni di pioggia che mi costringono a stare in auto. Di solito mi fermo in zona Sopramonte, sul Bondone, dove l’anno scorso ho visto anche il lupo. L’ideale per scappare dall’afa estiva. Ma capita pure che passi le notti nei parcheggi vicino alle caserme delle forze dell’ordine o in quelli dei cimiteri: sono i più sicuri. Ho anche le tendine da tirare perché nessuno possa vedere dentro. A me va bene essere invisibile..».

Invisibile sì, eppure sui social sei molto visibile, con migliaia di follower..
«Sì, è vero. Avevo iniziato facendo video delle zone d’Italia che frequentavo ma un’amica mi ha detto che sarebbe stato più interessante che raccontassi della mia vita in auto. Tra chi mi segue c’è chi mi chiede consigli su come attrezzare la vettura, chi, over 30 con famiglia, mi scrive “se tornassi indietro farei anch’io la tua scelta”. Chi, ancora, mi critica. E nel tempo i giudizi sui social sono sempre più cattivi».

Ti pesano?
«All’inizio, ora ho imparato a rispondere a tono alle offese e alle minacce. Perché ricevo anche quelle. Leggo con attenzione tutti i messaggi che mi inviato ed emerge uno spaccato.. Come la signora che mi ha scritto: “Io senza la mia lavastoviglie non potrei vivere”. Ma se dovesse succedere una qualche catastrofe, chi sa stare solo con le sue comodità, cosa farà? Per me lo spirito di adattamento è fondamentale. Altrimenti ti ritrovi a fare il criceto in una gabbia a vita, senza il fegato di cambiare».

Quello che hai fatto tu, appunto. Che vita è la tua ora?
«Da pazzi (e ride ndr). Quella di prima era un’esistenza normale, ora è inconsueta, fuori dall’ordinario. Se mi dicono che sono strano rispondo “meno male”: io almeno sono riuscito a diversificarmi. Una scelta drastica, la mia, fatta per amor proprio. Non mi interessa ciò che pensa la gente, io so solo che ora riesco a combinare tutte le cose che mi piacciono, ed eliminate tutte le fonti di stress e ansia, sono tornato in connessione con me stesso, vivo più tranquillo. Anche i rapporti con familiari e amici sono più sereni. Ora ho tempo per me, per leggere, fare meditazione, studiare. In questo periodo studio per fare la scorta ai trasporti eccezionali, così come suggerito da alcuni follower: con un lavoro così avrei un furgone a disposizione, e già attrezzato. Quanto allo stipendio, invece che quindici giorni ora mi dura due mesi o più. Una scelta folle? La rifarei ancora».