Climbing
domenica 3 Settembre, 2023
di Alessio Kaisermann
Adam Ondra, ancora una volta, e un’altra volta anche Jania Garnbret.
Sono questi i nomi che tornano a farsi incidere sui trofei del Rock Master. Il ceco campione del Mondo ha conquistato la parete del Climbing Stadium di Arco per la settima volta, eguagliando le sette vittorie della leggenda spagnola del Rock Master Ramòn Julien Puigblanque. La slovena Garnbret, invece, ha calato il tris dopo i successi del 2016 e del 2018.
Uno spettacolo di atletismo e di pubblico quello che s’è vissuto venerdì sera alle porte di Arco.
Erano in 4.000 almeno, ai piedi della parete sulla quale si sono dati battaglia i migliori arrampicatori del mondo e dove, per un istante, si è sperato di poter festeggiare un trionfo «di casa». L’altoatesino azzurro Michael Piccolruaz ha sfiorato la finale perdendo l’opportunità nella sfida in velocità contro l’amico di sempre e compagno di allenamenti, l’austriaco Jakob Schubert e dovendosi «accontentare» della sfida per lo scalino più basso del podio vinta contro l’americano Jesse Grupper.
Comunque, dunque, c’è un italiano portacolori della nostra regione sul podio di questa «special edition» del Rock Master. Chapeau.
Il boulder, quest’anno, è stato messo da parte; le sfide sono state solo lungo la parete per la leed, la velocità e la finale è stata di quelle da mozzare il fiato. Adam Ondra, il numero uno al mondo, contro la medaglia olimpica (di bronzo) Jakob Schubert. Schubert è scattato, fin dalle prime prese ma Ondra non s’è fatto certo prendere dall’ansia e pian piano, si fa per dire, ha ripreso l’austriaco a metà della parete. Da lì è scattato il più classico dei duelli, centimetro dopo centimetri, centesimi di secondo dopo centesimi di secondo.
Il pubblico s’è acceso come d’improvviso quando ha compreso l’estremo equilibrio fra i due.
All’ultimo strappo, al colpo di mano, è arrivato per primo Ondra con un tempo eccezionale: 1.01.134. Schubert, dunque, secondo e – come detto – Piccolruaz terzo.
Un altro italiano è, però, nella “top ten” del 36esimo Rock Master: Stefano Ghisolfi che ha chiuso in sesta posizione.
Al femminile la finalissima è stata tra una pluricampionessa del calibro della slovena Jania Garnbret e una promettente figlia d’arte come l’americana Brooke Raboutou; il padre Didier vinse il Rock Master nel 1989 e la mamma Robyn Erbesfield lo ha vinto nel 1994.
Salita finale tiratissima con l’americana che di gran forza e nervo ha tenuto testa fin quasi in cima alla Garnbret che conta qualcosa come 40 vittorie in Coppa del Mondo. Il colpo di reni finale, però, ha confermato la leadership della slovena. Terzo posto per l’austriaca Jessica Pilz che ha avuto la meglio nella «finalina» contro la tedesca Hanna Meul.
La Special Edition è stata resa speciale anche dagli eventi pre-gara, come il racconto in compagnia del giornalista RAI Emilio Casalini, il quale è salito sul palco assieme alle leggende del passato Yuji Hirayama e Angela Eiter, e quelle di oggi Janja Garnbret, Adam Ondra e Stefano Ghisolfi. Poi c’è stato un altro leggendario momento: la consegna dei premi Arco Rock Legends ai giornalisti Emilio Casalini e Gianfranco Benincasa.
Un atto finale, anzi due, degni di un’edizione davvero speciale così com’è stata questa del Rock Master 2023.
Parole di entusiasmo e di soddisfazione quelle pronunciate a fine giornata dal presidente del comitato organizzatore Stefano Tamburini: «una gara in cui lo spettacolo è stato l’assoluto protagonista e in cui s’è rivisto il pubblico delle più grandi occasioni».
Finisce qui, con i lavori di ammodernamento della parete Boulder che inizieranno domani e che rimandano – pertanto – ad un interessante appuntamento il prossimo anno.