tennis
mercoledì 31 Maggio, 2023
di Francesco Barana
Buona la prima, si dice in questi casi. Soprattutto perché Jannik Sinner, lunedì sera nel turno d’esordio del Roland Garros contro Alexandre Muller, è andato sul velluto, battendo con il minimo sforzo il francese, 101 Atp ma che giocava in casa. Risparmiare energie, si sa, è l’imperativo di ogni big alle prime battute degli Slam, dove si gioca al meglio dei cinque set e la gestione delle forze è indispensabile per arrivare in salute alla seconda settimana.
Quello è l’obiettivo minimo di Sinner, favorito anche dal sorteggio. Infatti il numero 8 del mondo altoatesino a Parigi gode di un tabellone piuttosto “aperto”, almeno sulla carta. Ancor di più dopo l’eliminazione di ieri del 2 del mondo Danil Medvedev, fresco vincitore degli Internazionali d’Italia, ma battuto sorprendentemente dal qualificato Seyboth Wild (172 Atp). Il russo era un papabile per incrociare Sinner ai quarti di finale. Ora Jannik ha la strada libera fino alla possibile semifinale con Rune o Ruud.
Domani, intanto, il Rosso della Val Pusteria torna in campo contro il tedesco Daniele Altmaier (79 Atp). Match tutt’altro che proibitivo, anche se Sinner vola basso, memore della sofferenza nell’unico precedente agli Us Open dell’anno scorso: «A New York l’ho battuto al quinto, ma lui sulla terra è ancora più forte che sul cemento. Sarà una partita difficile, ostica».
Al terzo turno si profilerebbe Dimitrov, talento scostante alla portata di Jannik, che il primo reale pericolo lo potrebbe trovare agli ottavi, nei quali si staglia l’ombra di Sasha Zverev, che a Parigi un anno fa s’infortunò gravemente alla caviglia nella semifinale contro Nadal. Il campione tedesco, dopo dieci mesi di stop e il rientro a marzo, sta cercando faticosamente di tornare ai suoi livelli, finora invano.
Sinner però non volge lo sguardo troppo in là: «Non sto pensando alle voci che mi danno favorito nei primi turni. Sto pensando solo al presente, guardare troppo avanti non serve a nulla». Quel che invece l’azzurro non nasconde è “di sentirmi fisicamente molto bene, a differenza di Roma, dove non stavo benissimo”. Particolare non trascurabile, vista la fragilità mostrata l’anno scorso e la stanchezza palesata al Foro Italico, allorché Sinner ha faticato contro Shevchenko prima di arrendersi a Cerundolo, entrambi non certo irresistibili. Jannik, insomma, dice di aver ripreso il filo della brillante prima parte di stagione (titolo a Marsiglia, finale a Rotterdam e Miami, semifinale a Indian Wells) e non nasconde le ambizioni in questi Internazionali di Francia: “Tennisticamente mi sono ritrovato e spero di dimostrarlo in campo”.
Il major parigino, tra l’altro, gli dice bene. Lì è sempre stato protagonista. Nel 2020, al debutto, raggiunse i quarti di finale dove fu battuto da Nadal; mentre si è fermato agli ottavi di finale nel 2021 (eliminato sempre dallo spagnolo) e nel 2022, quando fu fermato da un malanno al ginocchio contro Rublev.
Se la parte bassa del tabellone, almeno in linea di pronostico, è meno equilibrata nel rapporto di forza tra i big (oltre a Sinner sono rimasti anche Ruud e Rune) e gli altri, la parte alta sembra più agguerrita. Lì ci sono tre dei primi quattro del mondo (Alcaraz, Djokovic e Tsitsipas) e il numero 6 e vincitore di Montecarlo Rublev, e outsider come i terraioli Bautista Agut, Musetti, Dawidowicz Fokina e Schwarzmann, i solidi e quasi top-ten Khachanov e Hurkacz e un talento in erba come Korda. In quella zona del seeding anche Sonego e il redivivo Fognini, che domenica ha compiuto l’impresa contro Auger-Aliassime.